Indice del diario di viaggio
Thailandia e Cambogia
Diario di viaggio in Thailandia e Cambogia15 Giorni -fai da te- in Thailandia e Cambogia
Informazioni utili prima di partire per la Cambogia e Thailandia.
Viaggio organizzato in modalità “fai da te” della durata di 15 gg (dal 13-al 27 maggio 2016), studiato nei minimi particolari, con volo prenotato 3 mesi prima della partenza.
Voli: Thai Airways (Roma-Bangkok, Bangkok-Koh Samui, Koh Samui-Bangkok, Bangkok-Roma) e Bangkok Airways (Bangkok-Siem Reap, Siem-Reap-Bangkok).
Taxi prenotati in loco.
Hotel prenotati on line su Agoda o Booking;
Traghetti: Koh-Samui Koh Tao e viceversa prenotati on line con Lomprayah.
Visto: non necessario in Thailandia per soggiorni < 30 giorni; necessario in Cambogia con possibilità di richiederlo on line su E-Visa, con attesa di due giorni, o alla frontiera in Aeroporto (aspettando la fila).
Assicurazione sanitaria: sicuramente consigliabile, dal momento che la sanità privata, sia in Thailandia che soprattutto in Cambogia, funziona meglio di quella pubblica.
Vaccinazioni: non obbligatorie e non necessarie, seguire le solite regole di igiene e di prevenzioni. In Cambogia, il problema malaria è stato inesistente, dal momento che nonostante l’alto tasso di umidità, non abbiamo visto zanzare, e dal secondo giorno abbiamo usato pantaloncini e canottiere.
Cambio: da fare all’aeroporto (almeno una parte) o in banche o nei tanti centri di cambio, stando attenti alle commissioni. Si possono utilizzare carte del circuito Mastercard e soprattutto Postepay (1euro=36 bath)).
Operatore Telefonico: in Thailandia sono da preferire SIM della AIS seguite da Dtac e True; in Cambogia SIM della Cellcard/Mobitel.
Cibo: riso e noodles, pesce, pollo, maiale, verdure e tanta frutta.
Clima: da luglio inizia la stagione monsonica, bisogna quindi aspettarsi notevole umidità e frequenti, ma brevi, scrosci d’acqua che, tuttavia, non hanno mai creato alcun problema.
I PARTE
Guarda anche la II PARTE
Giorno I e II: L’arrivo a Bangkok
1° giorno
Volo diretto dall’Aeroporto Fiumicino di Roma alle ore 13.55, con arrivo a Bangkok, dopo circa 10h e 30 minuti, alle ore 5.35 ore locali (fuso orario +5h d’estate in Thailandia). Volo Thay Airways confortevole e sicuro.
2° giorno
Atterrati all’alba all’Aeroporto Bangkok-Suvarnabhumi, ci attende il taxi del Rembrandt Hotel & Suites, distante 30 km e 40 minuti circa d’auto. L’Hotel Rembrandt è un grattacielo di più torri con una posizione centrale e comoda, essendo situato a meno di 10 minuti di cammino dalla fermata metro Sky-train Asoke/Sukhumvit. Offre ristoranti, piscina all’aperto, centro benessere e soprattutto una splendida terrazza con vista panoramica sullo skyline di Bangkok. Arrivati in albergo, sistemiamo le valigie e sprofondiamo nel letto per alcune ore. Nel pomeriggio prendiamo un tuk-tuk e raggiungiamo dopo circa 15 minuti d’auto, il mercato di Chatuchak, aperto di sabato e domenica dalle 8 alle 22. Pur essendo uno dei mercati asiatici più estesi e forniti, l’atmosfera è molto turistica e poca autentica.
Ciononostante la passeggiata, tra le infinite mercanzie, è molto piacevole, e si incontrano spesso bancarelle interessanti e convenienti. Al Chatuachak c’è di tutto: abbigliamento quasi sempre con marche contraffatte, artigianato locale, antiquariato, gioielli, tessuti, ceramiche, libri, fiori, piante, animali e soprattutto cibo, con una miriade di ristorantini e bancarelle con noodles, riso, pesce, pollo, gamberetti, maiale, pancake, frutta, verdure, bibite, ecc.. Affamati, assaggiamo un po’ di tutto, e facciamo alcuni interessanti acquisti di artigianato come una splendida marionette tradizionale thai di legno, una maschera tradizionale Hua Khon, anch’essa di legno e finemente dipinta, ed alcune teiere di ceramica. Dopo la visita, ritorniamo per una doccia al Rembrandt, per poi dirigerci di sera, sempre con tuk-tuk, nella caotica ed affascinante Chinatown di Bangkok, in uno degli infiniti ristorantini all’aperto di Soi Texas, dove vetrine di pesce, tavoli e sedie di plastica debordano sulla strada. Non è il massimo del comfort, ma il cibo è realmente delizioso.
III Giorno : Il palazzo Reale di Bangkok
Dedichiamo la mattinata alla visita del Grand Palace o Palazzo Reale di Bangkok, un affascinante complesso di raffinati templi, luccicanti stupa e maestose statue, da considerare una tappa imperdibile della città, e tra i luoghi più suggestivi della Thailandia e del Mondo.
La soluzione più comoda, veloce ed economica per raggiungerlo è prendere lo Skytrain fino alla stazione Taksin Saphan da cui, dall’uscita n° 2, si raggiunge il molo Sathorn Central Pier, da cui partono, in servizio continuo diurno, i battelli Chao Phraya Express Boat (river taxi). Bisogna prendere la linea Orange, Blue o local fino al molo Tha Chang, per poi raggiungere a piedi, in circa 5 minuti, l’ingresso del Palazzo. Il sito è aperto dalle 8.30 alle 16.00 e il biglietto della visita è di 500 bath. E’ obbligatorio per gli uomini avere pantaloni lunghi e spalle coperte, per le donne spalle coperte e abiti fino al ginocchio. All’ingresso c’è anche un servizio, a pagamento e fino ad esaurimento, di noleggio di abiti e parei.
La visita inizia dalla Corte Esterna, un’area di passaggio con alcuni importanti edifici tra cui la Sala ricevimenti Sahathai Samakhom e il Museo dei Regalia, Decorazioni e Monete Reali. Nella Corte Centrale si ammirano tre gruppi di edifici risalenti a diverse epoche e dinastie. Sulla sinistra il gruppo Phara Maha Monthian che comprende il Praisal Taksin, teatro delle cerimonie di incoronazione, e la sala delle udienze. Sulla destra il gruppo Dusit, più antico, sormontato dai tipici tetti spioventi dello stile Lanna del Nord della Thailandia, che comprende la Sala del trono Dusit Maha Prasat. Al centro della Corte il gruppo Chakri, con il maestoso Chakri Maha Prasat, sede del trono utilizzata per ricevimenti di rappresentanza.
Costeggiando in direzione sud-ovest le mura esterne del Palazzo Reale, in circa 15 minuti a piedi, e a pochi minuti di tuk-tuk, si raggiunge il Wat Pho (apertura: 8-18.30, ingresso: 100 bath), un altro splendido complesso di edifici finemente decorati, di reliquari (Chedi) e di statue (Lan Than) raffiguranti creature mitologiche, demoni, eremiti ed animali. Le aree principali del Wat Pho sono: il cortile dei colori, Phra Maha Chedi, nel quale sono presenti quattro alti Chedi completamente ricoperti da ceramiche multicolore, dedicati ai primi quattro Rama (sovrani thailandesi), il Phra Rabieng, un chiostro doppio che circonda il cortile del tempio principale sul cui lato interno sono dislocate ben 150 statue di Buddha rivestite d’oro, e il Phra Ubosot o Tempio Principale, caratterizzato da un’imponente sala decorata da fini murales della cosmologia buddhista, ove si trova il colossale Buddha Reclinato, statua alta 15 metri e lunga oltre 43, completamente ricoperta da foglie d’oro, con occhi di madreperla, e piedi di madreperla intarsiata, raffigurante 108 segni di buon auspicio. Il tempio contiene anche un centro di insegnamento dell’antica arte del massaggio thailandese, con annesso servizio al costo di circa 420 bath all’ora. Dopo il Wat Pho, ci dirigiamo in pochi minuti di tuk-tuk, al meraviglioso Wat Phra Kaew o Tempio del Buddha di Smeraldo (8-15, 500 bath), il tempio buddista più importante del paese, risalente all’epoca del Re Rama I (1782). Il tempio è caratterizzato da variopinti edifici religiosi, luccicanti chedi e pagode dorate, decorate con statue di divinità, figure mitologiche, legni intarsiati, ceramiche ornamentali e ricche di reliquie e testi sacri,
Uno degli edifici più belli del Tempio è il Phra Ubosot, contenente la statua del Buddha di Smeraldo. Il Phra Ubosot (Templio Principale), costruito in stile siamese di Ayutthaya, si caratterizza per le tegole dei tetti di ceramica smaltate verdi ed arancioni, per i pilastri rivestiti da fini mosaici, per le basi di marmo finemente lavorato, e per le mura interne impreziosite da dipinti raffiguranti scene del Ramakien. Il Buddha di Smeraldo è una piccola statua verde di 66cm, scolpita da un’unica pietra di giada, oggetto di grande venerazione per i buddhisti. Tre pagode sono posizionate al centro del complesso: ad est il Pantheon Reale, costruito nel XIX secolo in stile Khmer, al centro il Phra Mondop, tempio più antico, in stile tardo Ayutthaya, circondato da uno stagno, ad ovest il Phra Si Ratana Chedi, un grande stupa dorato del XIX secolo che contiene resti cenerei del Buddha. Dopo la visita ci spostiamo con tuk-tuk sulla vicinissima riva del fiume Chao Phraya, al molo Ten Thien Pier, dove prenotiamo un tour dei canali (Klongs) del quartiere di Thonburi.
Thonburi è una della aree più antiche di Bangkok, solcata da canali ramificati, più o meno ampi, che si insinuano tra case tradizionali su palafitte, antichi tempietti, baracche fatiscenti e ville, ove si può osservare il ritmo lento, placido, quasi surreale, della vita quotidiana di un tempo. Dopo l’escursione ci facciamo lasciare al molo Arun Pier ove, a distanza di pochi metri, si erge il Wat Arun o Tempio dell’Alba (da Aruna, dio del sole nascente induista, 8.30-17.30 100 bath). Il Wat Arun è un magnifico complesso architettonico induista-buddista, costruito durante il Regno di Ayuttaya (XIV°-XVIII° secolo), simboleggiante il Monte Meru, il centro dell’universo degli induisti. Il Prang o guglia centrale, alta 81 metri e con un diametro di 234 metri, rappresenta l’edificio più importante del complesso, costruito in stile Khmer con mattoni stuccati, e ricoperto completamente da frammenti colorati di porcellana cinese. Intorno alla guglia, sui quattro lati, si sviluppano due terrazze raggiungibili attraverso vertiginose scalinate. La terrazza inferiore, occupata dalle cariatidi Yaksa (spiriti guardiani induisti), è sormontata da scene di vita di Buddha e da due statue mitologiche di Kinnara (metà uomini e metà uccelli). La terrazza superiore è invece dominata da quattro statue del Dio Indù Indra in groppa ad Erawan (elefante mitologico a tre teste), ed in cima, dal Tridente a sette punte del dio indù Shiva. Attorno al Prang centrale ci sono quattro Prang minori con le stesse decorazioni del principale, ospitanti le statue del Dio dei Venti Phra Phai.
Il complesso contiene inoltre, alcuni templi minori come il Phra Ubosot o Sala dell’Ordinazione, il Vihan principale, e 6 padiglioni in granito verde. Il Wat Arun è uno dei siti più suggestivi di Bangkok, non solo per la bellezza in sé del tempio, ma anche per l’atmosfera di quiete e misticismo che lo avvolge, oltre che per il superbo panorama che, dall’alto del Prang centrale, si apre sul fiume e sulla città. E’ quasi sera, prendiamo un tuk-tuk che ci conduce in circa 15minuti all’area di Khao San, l’ultima e più rilassante tappa della giornata. Khao San Road è una strada pedonale molto turistica, piena zeppa di ostelli, ristoranti, negozi, locali, venditori ambulanti e naturalmente turisti, che diviene particolarmente eccitante di notte quando viene invasa da musica e luci colorate al neon. Percorriamo l’intera strada fino a raggiungere la suggestiva area di Soi Ram Butri, per fermarci al My Darling, un rinomato locale-ristorante all’aperto con musica.
IV GIORNO: Il Tempio del Buddha d’Oro
Dopo colazione, percorriamo una decina di km con taxi (20 minuti) e dedichiamo la mattinata alla visita del tempio Wat Traimit Withayaram Worawiha (Tempio del Buddha d’Oro), e del quartiere cinese “ Chinatown”. Wat Traimit (9-17, 100 bath) è un bellissimo tempio caratterizzato da un bianco accecante e da tetti e decorazioni dorate, contenente la più grande statua d’oro al Mondo di Buddha, con un altezza di 3 metri e un peso di 5 tonnellate.
La vicina Chinatown si sviluppa nel distretto Samphanthawon, lungo la strada Yaowarat Road, che si estende dal magnifico portale “Chinatown Gate”, situato in prossimità della rotatoria Odeon Circle, fino al Canale di Ang Ong. Tale strada, sempre trafficata, è ricca di negozi di ogni tipo, soprattutto di oro e gioielli, e di ristoranti, ed è intersecata da stradine parallele e trasversali ove è possibile girovagare tra templi (da non perdere è il tempio cinese Wat Mangkon Kamalawat), e una varietà infinita di mercanzie e di street food esotici. La commistione tra culture thai e cinese, con i rumori, le scene di vita quotidiana, gli odori contrastanti, spesso pungenti, rende il quartiere vibrante, affascinante, e allo stesso tempo autentico e sicuro.
Dopo alcune ore di esplorazione e dopo aver mangiato qualcosa per pranzo, raggiungiamo in circa 10 minuti con tuk-tuk il Wat Saket (8-17, 50bath), altro splendido ed antico tempio buddista, costruito da Re Rama I, che, prima della costruzione dei grattacieli, svettava al di sopra delle case, ergendosi su una collina artificiale di 60 metri (Monte d’Oro). La salita di 344 gradini al Monte d’Oro è un’esperienza da gustare con calma, essendo il percorso coperto da una fitta vegetazione ed accompagnato da sculture, piccole cascate, piccoli templi, campane, gong e statue giganti del Buddha. Sulla vetta si erge un gigantesco stupa dorato, attorno a cui è possibile godere di un panorama a 360° della città. L’ultimo tempio che decidiamo di visitare è il vicino Wat Suthat Thepwaram (Tempio dell’Altalena Gigante), (8-17 20 bath), distante 5 minuti a piedi (1,3km) dal Wat Saket, e sicuramente tra i più mistici, antichi e suggestivi templi di Bangkok. Si caratterizza per i tetti spioventi smaltati arancioni con bordo verde, il pavimento di marmo (cocente al sole se si tolgono le scarpe), le eleganti decorazioni dorate, le antiche pitture murali, le statue di Buddha, le sculture cinesi esterne, i bonzai. I principali edifici sono il Viharn, dominato da una statua di Buddha di 9 metri risalente al 1361, e l’Ubosoth, struttura interamente affrescata, delimitata da gallerie con 150 statue di Buddha. Il tempio prende il nome dalla presenza di una gigantesca altalena (Sao Ching Cha) in legno tek, rossa, alta 21 metri, posta di fronte all’ingresso.
Dopo la visita, cambiamo tema, riprendiamo il tuk-tuk e raggiungiamo in circa 10 minuti (4,6km) il Sea Life Bangkok Ocean World (10-21, 990bath adulti), il più grande acquario del sud-est asiatico, situato nel centro commerciale Siam Paragon Center, nel distretto Siam.
Durante il percorso, mai noioso, è possibile esplorare sette diversi ambienti: Weird and Wonderful, ricco di bizzare creature marine, Open Ocean, tunnel sottomarino con diversi tipi di squali e pesci, Deep Reef con pesci della barriera corallina, Rainforest con rane e rettili; Rockystore con pinguini e mammiferi marini, Living Ocean e Sea Jellies con meduse di ogni tipo. E’ oramai buio, prendiamo l’ennesimo tuk-tuk che in pochi minuti percorre i 2 km che ci conducono al mercato notturno di PatPong (ogni giorno, 19-2) situato nel quartiere Patpong, l’area a luci rosse più famosa e più vecchia di Bangkok. Si tratta di un interessante mercato notturno, molto turistico, in cui la maggior parte dei prodotti sono copie identiche degli originali, dall’abbigliamento all’elettronica. Naturalmente è d’obbligo mercanteggiare, cercando di non pagare più del 60% del prezzo iniziale del venditore. L’area è naturalmente resa caotica dagli innumerevoli e vicinissimi go-go bar e dai centri massaggi. L’esplorazione di Patpong, indipendentemente dalle sue finalità, rientra tra le esperienze imperdibili della capitale thailandese. Altre aree ricche di go-go bar, ma anche di più tranquilli pub e beer bar, sono Soy Cowboy e Nana Plaza. Ceniamo in ristorante in prossimità di Nana Plaza.
V Giorno: Verso il sogno Cambogia
E’ il giorno tanto sognato, il coronamento di un sogno chiamato Cambogia.
Dopo colazione il taxi ci conduce in circa 30 minuti (25km) all’Aeroporto Internazionale di Bangkok-Suvarnabhumi per il volo Bangkok-Siem Reap con compagnia Bangkok Airways. Dopo 1 ora e 10 minuti di volo, atterriamo nell’Areoporto Internazionale di Siem Reap-Angkor.
Siem Reap è un’esotica cittadina in continua espansione turistica, situata tra i templi di Angkor Wat e il lago Tonle Sap, ricca di strutture ricettive, ristoranti, locali, centri massaggi, mercati e bancarelle. Tramite taxi, in 20 minuti e 9 km, raggiungiamo il nostro buon Hotel: il Tara Angkor Hotel, situato in una zona non rumorosa, a metà strada tra l’area dei templi di Angkor e il centro turistico della cittadina. Dopo aver sistemato le valigie usciamo sulla strada e, tra i tanti tuk-tuk presenti all’esterno dell’Hotel, scegliamo quello di un ragazzo dall’improbabile nome Alì. Alì diventerà il nostro accompagnatore di fiducia e, nonostante i pochi giorni trascorsi insieme, ci lascerà un ricordo indelebile di sé. La sua educazione e gentilezza, unita con un’innata timidezza, comune a tutti i cambogiani incontrati, lasceranno un segno nei nostri cuori. Con Alì percorriamo una larga strada di terra rossa battuta, immersa nella foresta e popolata da tante scimmie dispettose.
Dopo circa 5km dall’hotel e 10/15 minuti di tempo, raggiungiamo una delle meraviglie del Mondo antico: Angkor Wat, il simbolo della civiltà Khmer, un luogo leggendario, dall’indescrivibile bellezza. Angkor Wat suscita stupore e meraviglia in qualsiasi visitatore, estasiato dall’imponenza della costruzione, dalla simmetria degli elementi, dall’armonia dell’architettura, dalla raffinatezza delle infinite decorazioni e bassorilievi che ricoprono ogni centimetro della sua superficie di pietra. Angkor Wat è il Tempio più grande al Mondo, costruito dal re Suryavarman nel periodo 1113-1150, concepito inizialmente per il culto Indù di Vishnu, poi trasformato, alla fine del XII secolo, in un tempio buddista. É situato su un esteso prato delimitato da un bacino artificiale di acqua verdastra, e circondato da una fitta foresta. Gli elementi architettonici che lo caratterizzano comprendono: torri ogivali a forma di fiore di loto, gallerie, terrazze, mura di cinta, canali, ponti; gli elementi decorativi comprendono 1.832 devata (ninfe del paradiso), 3.000 apsara (divinità danzatrici) e sconfinati bassorilievi della mitologia induista.
Angkor Wat è costruita secondo la tipologia del tempio-montagna ed è la rappresentazione terrena dell’Universo secondo la cosmologia Induista: la parte centrale rappresenta il Monte Meru, dimora degli dei; il parco circostante rappresenta i continenti; il canale centrale gli oceani cosmici; il ponte centrale la via di accesso alla dimora degli dei. Altissime palme punteggiano il complesso alimentando, ancor di più, il fascino esotico del sito. Alla fine della visita si ha quasi la sensazione di aver riposto qualcosa di indelebile nell’inconscio, qualcosa che si illuminerà a confortare i momenti bui della vita. Angkor è un salto spirituale verso una dimensione di quiete, di bellezza, di sacralità. All’uscita ritroviamo il fido Alì, sonnecchiante sui polverosi sedili rossi del suo tuk-tuk.
Riprendiamo la marcia verso Anghor Thom (3,1 km, 10 minuti), e attraversiamo un incredibile rappresentazione simbolica del passaggio dal mondo dell’uomo al mondo degli dei, l’ Angkor Thom South Gate Bridge, ponte che oltrepassa un fossato di acqua verde, ornato da due splendide balaustre in pietra con figure di dei da un lato (deva) e di demoni dall’altro (asura) che tirano un serpente, al fine, secondo la mitologia induista, di agitare l’oceano di latte e produrre l’acqua della vita eterna. Alla fine del ponte ritroviamo la Tonle Om Gate (South Gate), un imponente porta di ingresso in pietra con tre guglie decorate con il motivo ricorrente dei quattro grandi volti che guardano verso i punti cardinali. La porta ci immette in Angkor Thom, un’enorme area quadrata delimitata da un lunghissimo fossato d’acqua, immersa nella giungla, abitata da scimmie, rettili ed uccelli, ove si ergono templi leggendari. Altri splendidi ponti e porte di accesso ad Anghor Thom sono le porte ad est, Victory e Khmoch, le porte a nord, North Gate e Chhnang, la porta ad ovest Takaov.
Visitiamo nel pomeriggio il tempio più rappresentativo di Angkor Thom: il Tempio di Bayon. Costruito nel XIII° secolo dal re Jayavarman VII, il tempio è caratterizzato da oltre 50 maestose guglie di pietra, sui cui lati sono scolpiti oltre 200 volti levigati, dal sorriso enigmatico, che seguono, costantemente con lo sguardo, i movimenti degli esseri viventi transitanti, dall’entrata all’uscita. All’ingresso del tempio, attendiamo il tramonto per immortalare, con qualche foto, un altro momento di rara bellezza. Indi torniamo con Alì in Hotel, passiamo un’oretta in piscina, per poi prepararci per la serata. Una volta pronti, sempre con tuk-tuk (2,3 km, 7 minuti) ci dirigiamo nel centro turistico di Siem Reap, ove spiccano il Siem Reap Night Market, un interessante mercato (10-22), ricco di bancarelle con street food, vestiti e souvenir, il Siem Reap Art Center Market, mercato ricco di oggetti di artigianato e di dipinti di buona fattura, e la Pub Street, una strada pedonale molto turistica, piena zeppa di insegne luminose colorate, locali, pub, bar, ristoranti, negozi, centri massaggi, bancarelle, ove si svolge la movida notturna.
Ceniamo lungo la Pub Street, sul balcone del buon ristorante Anchor Singha Beer. Dopo cena facciamo una consigliatissima passeggiata lungo il fiume Siem Reap, nelle vicinanze dalla zona centrale, ove il fiume è attraversato da attraenti ponti luminosi, come Art Market Bridge, e da tratti pedonali con incantevoli e romantici paesaggi. Ritorno in hotel con tuk-tuk.
VI GIORNO: i templi Khmer
Sveglia all’alba ed all’esterno dell’hotel già ci attende Alì, e ripercorriamo, quasi solitari, la strada di terra rossa che si inoltra nella foresta.
Ripassiamo per Angkor Wat, per la Tonle Om Gate per ritrovarci nuovamente in Angkor Thom dove dopo aver superato il Bayon, visitiamo o ammiramo le altre opere dell’area:
1) il Baphuon, meraviglioso tempio-montagna in cinque livelli, cui si accede attraverso un lungo ponte di pietra delimitato da alberi secolari e da ampi spazi verdi, scalabile attraverso ripide scale;
2) Phimeanakas, tempio piramidale nascosto, molto antico, risalente al X secolo, riconoscibile per l’arenaria rossa e per le statue di leoni a grandezza naturale che delimitano la ripida scalinata centrale;
3) la Terrazza degli Elefanti, incredibile terrazza di pietra da cui si proiettano cinque scalinate simmetriche e lunghe mura finemente ornate da garuda e teste di leone, e un basamento scolpito con innumerevoli bassorilievi di elefanti;
4) la Terrazza dei Lebbrosi, altra splendida terrazza con migliaia sculture e rilievi della mitologia indù come ancap, guerrieri, demoni (dvarapala), elefanti con lunghe proboscidi, serpenti (naga), pesci, uccelli, coccodrilli, leoni;
5) Suor Prat Tower, 12 torri dello zodiaco, sparse nella foresta, poste di fronte alle terrazze;
6) Prasat Krae Preah, Preah Pituh e Khleang, templi più appartati, meno turistici, ma non meno belli.
Attraverso la porta North Gate di Angkor Thom, ci dirigiamo verso Preah Khan un imponente complesso di templi, risalente al XII secolo, parzialmente inglobato dalle radici di enormi alberi secolari. Esso è caratterizzato da 4 porte ornamentali, recinzioni, corridoi, portici e una parte centrale con edifici finemente decorati con bassorilievi e sculture in ottimo stato di conservazione. Ad est di Prah Khan, si estende una riserva idrica (Jayatataka) delimitata da gradoni di pietra, che assume il suggestivo aspetto di un’enorme palude immersa nella natura, al cui centro si erge il Neak Pean, un tempietto khmer, raggiungibile attraverso un’affascinante lungo pontile di legno sull’acqua. Ritorniamo indietro nell’area di Ankgor Thom e attraverso la spettacolare porta est, Victory Gate, procediamo verso Ta Prohm. Dopo aver superato il fiume Siem Reap, lungo la strada, ci fermiamo ad ammirare Ta Keo, altro maestoso tempio-montagna, in arenaria, con le classiche cinque torri che si ergono su un’alta piramide a gradoni circondata da un fossato.
Dopo circa una decina di minuti raggiungiamo Ta Prohm, il più affascinante dei templi Khmer, costruito nell’XI-XII secolo dal re Jayavarman VII, abbandonato nel 1431 con l’invasione Thai, rimasto pressochè nelle stesse condizioni in cui è stato trovato, letteralmente inghiottito dalla natura. All’ingresso troviamo una torre con viso del tutto simile a quelle del tempio Bayon. Il tempio è costituito da cinque recinzioni e da un santuario centrale con cinque torri disposte secondo il classico Quincunx, rappresentazione del Monte Meru.
Tra gli edifici più importanti ricordiamo le biblioteche, la Sala delle Danzatrici (ricca di bassorilievi di divinità danzanti apsara) e la Casa del Fuoco.
L’aspetto più spettacolare del paesaggio di Ta Prohm è la ricerca di sopravvivere delle antiche costruzioni alle impressionanti radici di alberi millenari (ceiba Pentadra, alberi di seta cotone e ficus strangolatori) che invadono, inglobano e stritolano le pietre del tempio. Immortaliamo alcuni monaci con la caratteristica tunica arancione, che dà, sullo sfondo dei templi, un contrasto spumeggiante alle fotografia. Dopo l’esplorazione di Ta Prohm visitiamo alcune strutture vicine come il Banteay Kdei, tempio molto bello e poco turistico, simile al precedente, ma di minori dimensioni, il Srah Srang, lago artificiale immerso nella natura, delimitato da alcuni gradini, con un accesso rappresentato da una trionfale scalinata in pietra sormontata da statue di serpenti e di leoni, ed infine il Pre Rup, tempio rossastro di notevole bellezza con una ripida scalinata e una piramide sommitale con cinque torri da cui cui godere del tramonto. Sul lago Srah Srang abbiamo trascorso momenti molto rilassanti, osservando i magnifici riflessi dello specchio d’acqua al tramonto e i giochi in riva al lago di un gruppo di bimbi cambogiani poveri, nudi, ma apparentemente spensierati.
Ritorniamo esausti a Siem Reap, distante 30 minuti dal Pre Rup, e dopo le fatiche delle infinite camminate al caldo umido, ci rilassiamo con un ottimo massaggio, sempre in compagnia del sorriso di Alì che approfittava di un massaggio premio gratuito. Ritorniamo in hotel per prepararci per la serata. Riprendiamo tuk-tuk per il centro di Siem Reap. Dopo passeggiata lungo l’Art Market Bridge e lungo Pub Street, ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti nell’area di Alley W, Krong.
VII giorno: Kampong Phluk
Dopo ottima colazione, saliamo sul tuk tuk di Alì con destinazione Kampong Phluk. distante 32 km e circa 1 ora dal Tara Angkor Hotel.
Kampong Phluk comprende tre autentici villaggi galleggianti circondati da foreste di mangrovie, abitati da circa 3.000 cambogiani Khmer. Durante la stagione umida (agosto-gennaio), Kampong Phluk viene sommerso dalle acque del lago Tonle Sap, e rimangono in superficie solo le zattere sormontate dalle casupole con i tetti; invece durante la stagione secca (febbraio-luglio), con il ritirarsi delle acque, le palafitte colorate svettano sopra lunghi pali, a diversi metri dalla superficie dell’acqua. Dopo chilometri di campagna sterminata, risaie e di piccoli nuclei abitativi, raggiungiamo l’ingresso del villaggio galleggiante (6-19), dove noleggiamo, per un prezzo medio di circa 20$ a testa, una barca con guida, con opportunità di visitare l’annessa foresta alluvionale e di scendere sulla terraferma del villaggio.
L’escursione risulterà molto interessante sia per la particolarità del paesaggio, sia perchè consente di osservare le abitudini e le capacità di adattamento di questo popolo, che in condizione di povertà e di instabilità ambientale, riesce comunque a sopravvivere, attingendo la fonte di sostentamento dalla pesca e dal turismo. La barca si inoltra lentamente tra le alte e colorate palafitte di legno e le piccole imbarcazioni dei pescatori, scivolando sull’acqua color sabbia dei canali, tra gli sguardi curiosi dei tanti bambini presenti e le faccende quotidiane degli adulti. Dopo un po’ si giunge al Floating Reastaurant, un modesto ristorante di legno adagiato sull’acqua, fornito di un bel panorama e di cibo discreto. Da qui, al prezzo di 5$ dollari a testa, si può visitare la contigua foresta alluvionale di mangrovie, imbarcandosi su canoe di legno condotte magistralmente da esili ragazze. Anche se il giro è piuttosto breve (circa 30 minuti), scivolare immobili (per l’instabilità delle barche), molto lentamente sull’acqua salmastra, tra mangrovie parzialmente sommerse, in un angolo sperduto della Terra, è un’esperienza affascinante.
Dopo la visita mangiamo qualcosa al Floating, indi riprendiamo la barca per visitare un breve tratto dell’immenso lago Tonle Sap. Successivamente scendiamo per visitare un’area polverosa di terraferma rossa. Al nostro arrivo, unici turisti a scendere insieme ad una coppia di spagnoli, siamo assaliti da decine di bambini di tutte le età, nudi o malvestiti, alla ricerca di qualcosa. Distribuiamo dai nostri zaini, svariati articoli comprati preventivamente a Siem Reap, e per una volta ci saziamo della virtù più bella. Passeggiamo fino al tempietto del villaggio per poi salutare e risalire sulla barca. I ricordi dell’escursione saranno indelebili per il resto della vita. Alì ci aspetta all’uscita del villaggio con il suo tuk-tuk, e ci fa da guida attraverso dei minuscoli villaggi, all’interno della campagna sulla strada del ritorno. Improvvisamente il sole scompare dietro a grossi nuvoloni preannunciando un temporale. Alì chiude ermeticamente con teli di plastica trasparente il suo mezzo, impedendo che la forte tempesta di pioggia ci bagnasse completamente. Lungo la strada ci fermiamo ad un pittoresco mercato di frutta cambogiano per poi proseguire fino all’hotel. In serata facciamo degli acquisti al Night Market e al mercato coperto dei gioielli, per poi mangiare in ristorante in Alley W, Krong. Seconda serata in Pub Street con birra cambogiana Angkor e partita di biliardo con Alì, che ci aveva invitato a passare qualche ora della serata insieme. Dopo qualche ora ritorniamo in hotel e congediamo Alì con gli occhi lucidi e un dolce arrivederci.
VIII giorno:
Dopo colazione, raggiungiamo in circa 20minuti l’Aeroporto di Siem Reap. Alle 09.45 salutiamo la Cambogia con volo Siem Reap-Bangkok (1h10) della buona compagnia Bangkok Airways.
All’Aeroporto di Bangkok abbiamo tutto il tempo per mangiare qualcosa e per rispettare la coincidenza alle 15.20 con Thai Airways per la tratta Bangkok-Koh Samui (1h).
Koh Samui è una splendida isola situata a 70 km dalla costa orientale della Thailandia, nella provincia di Surat Thani, con una posizione meno esposta ai monsoni rispetto al versante occidentale della costa thailandese. L’areoporto di Koh Samui è tra i più belli ed accoglienti al Mondo, essendo caratterizzato da un’enorme e fine struttura di legno, in stile thailandese, senza pareti esterne ed interne, con divanetti, sedie ed aree ristoro, circondata da giardini tropicali. Appena atterrati, alle 16,25, ritiriamo senza problemi le valigie e usciamo dall’aeroporto dove ci attende il taxi inviato dai gestori dell’hotel prenotato on line da casa. Dopo 5 km e circa 15 minuti d’auto, raggiungiamo il nostro alloggio, Al’s Hut, un complesso di bungalow immersi nella natura, situati a ridosso della spiaggia di Chaweng, sulla costa orientale dell’isola. Chaweng Beach è la spiaggia più ampia e lunga di Koh Samui (5km), rinomata per la sabbia bianca e il mare verde-azzurro, particolarmente ricca di ristoranti, strade pedonali di accesso ad hotel, centri massaggi e di ambulanti. E’ sicuramente la spiaggia più turistica dell’isola, ma per la sua notevole estensione, consente facilmente di ritagliarsi aree isolate. Trascorriamo il pomeriggio sulla spiaggia di Chaweng e la sera al Ma-Kam bar and reastaurant, uno dei tanti ristorantini di pesce, con tavoli allestiti direttamente direttamente sulla sabbia, a pochi metri dal mare. Dopo una breve passeggiata per la zona torniamo esausti nel bungalow.
Guarda anche la II PARTE
Leggi anche l’articolo di diario di viaggio online sulla Cambogia: L’ incredibile sito di Angkor, la capitale Phnom Penh e il lago Tonle Sap.
Splendido itinerario, apprezzato in particolar modo per i giorni trascorsi in Cambogia. Il mio sogno nel cassetto è visitare gli spettacolari templi Khmer: Angkor Wat, Bayon, Ta Prohm, ecc , intrisi di quel fascino magnetico che il vostro diario di viaggio riesce a trasmettere, con gioia e ricchezza di contenuti.
Grazie Bianca, mi fa piacere abbia apprezzato i contenuti. Silvio
La Cambogia è uno dei posti più belli del mondo ! Vale il viaggio anche con un itinerario più lungo.