Indice del diario di viaggio
Diario di viaggio in ovest USA e Repubblica Dominicana (fai da te) dal 30/06 al 18/07 2014
PARTE I (DAL 30 GIUGNO AL 9 LUGLIO 2014)
GUARDA ANCHE LA PARTE II IN REP. DOMINICANA (DAL 10 AL 18 LUGLIO 2014)
Viaggio fai da te on the road in Ovest Usa-Repubblica Domenicana studiato per mesi nei minimi dettagli e con voli prenotati 4 mesi prima della partenza (di Silvio e Anna).
In USA visitiamo tre Stati: Nevada, Arizona e Utah, in Repubblica Domenicana visitiamo le provincie di Santo Domingo e Samanà.
Volo: prenotazione on line su Skyscanner dei voli Lufthansa-Condor (Napoli-Francoforte-Las Vegas 15 h 45, 1200 euro); American Airlines (Las Vegas-Miami-Santo Domingo 7 h 40, 300 euro), Lufthansa Condor (Santo Domingo-Francoforte-Napoli) (durata ore 16 – costo: 1000 euro).
Auto: noleggio auto negli USA on line da casa su Hertz. Per il ritiro è necessaria solo la patente italiana (non fare assolutamente quella internazionale) e una carta di credito del circuito Visa, Mastercard o American Express. Anche in Repubblica Domenicana può essere noleggiata un auto con le stesse modalità suddette, solo che personalmente, dopo gli infiniti chilometri macinati in USA, abbiamo preferito far guidare i domenicani.
Hotel prenotati on line da casa su Booking.
Assicurazione sanitaria: è indispensabile, la sanità sia negli Usa che nella Repubblica Domenicana è privata e oscenamente costosa in assenza di una buona assicurazione. Ce ne sono diverse: europa-assistance, allianz-assistance, ecc…
Visto: il visto “Esta” è necessario per gli USA, può essere richiesto e compilato on line con autorizzazione in 72 ore; è valido per due anni e consente max 90 giorni di permanenza. E’ consigliabile richiederlo un mese prima della partenza. Il visto non è invece necessario per la Repubblica Domenicana.
Vaccinazioni: non necessarie sia negli USA che nella Repubblica Domenicana.
Cambio: 1 euro: 1.09 dollari; 1 euro: 58 peso domenicano (DOP). In USA è sufficiente cambiare pochissimo dal momento che si paga quasi esclusivamente con carta di credito, bancomat e prepagata (è consigliabile portarle tutte). In Repubblica Domenicana, conviene pagare in euro o peso domenicano, cambiando in aeroporto o nei vari exchange, sicuramente meno nei villaggi.
Operatore telefonico: oramai tutte le compagnie telefoniche in Italia (Tim, Wind, Vodafone, ecc.) hanno tariffe per cellulare e internet in USA. Noi abbiamo preferito organizzarci dall’Italia, ma volendo è possibile acquistare una SIM americana dalle compagnie T-mobile e AT&T. In Repubblica Domenicana, consigliamo una scheda SIM (Orange, Claro..) da comprare in areoporto, a basso costo, da far montare direttamente dal venditore.
Cibo: un disastro per gli Usa, ottimo per la Repubblica Domenicana, ci si adatta facilmente.
Lingua: inglese negli USA, spagnolo nella Repubblica Domenicana, non è mai stato un problema anche in relazione al consistente numero di italiani che si trovano in entrambi i Paesi.
Il Diario di viaggio in ovest USA (Nevada, Arizona e Utah) giorno per giorno (scarica la mappa del percorso in .pdf)
30 giugno 2014: La partenza per Las Vegas
volo (Lufthansa-Condor) Napoli–Francoforte-Las Vegas (15 h 45 min) con partenza all’alba da Napoli e arrivo verso le 13 a Las Vegas dopo scalo a Francoforte. Un buon volo senza intoppi e con poche turbolenze.
01 luglio 2014: Arrivo a Las Vegas
Atterriamo all’Aereoporto Internazione McCarran di Las Vegas alle ore 13 circa. Dopo i controlli di ingresso e dopo aver ritirato le valigie, ci dirigiamo al sito di noleggio auto della Hertz dove il noleggiatore, non ci consegna l’auto prescelta, ma ci mette a disposizione l’intera area del capannone con le auto del segmento noleggiato (SUV), da scegliere a piacimento. Dopo un po’ di tempo, ritiriamo un SUV della Dodge.
In una decina di minuti raggiungiamo il nostro hotel, dove resteremo due notti, il New York-New York, uno splendido Hotel ispirato alla vecchia New York, con una facciata dominata dai grattacieli storici di New York e da repliche di alcuni attrazioni newyorkesi come la Statua della Libertà, la Baia di New York, il Ponte di Brooklin e altri monumenti. Inoltre, lungo le pareti dell’albergo corre il famoso roller coaster, cioè delle montagne russe adrenaliche che percorrono tutto il perimetro dell’albergo. Dopo il check in sprofondiamo letteralmente sui letti over-size della camera riposando alcune ore.
Al risveglio procediamo all’esplorazione dell’hotel ammirando gli scorci con le facciate perfettamente ricostruite degli edifici della vecchia New York, i famosi casinò tappezzati dalle moquettes vintage ricchi di tavoli da gioco e slot machine, i tanti bar e ristoranti, in un ambiente illuminato da infinite luci colorate. Usciamo quindi sulla Strip, la strada principale di Las Vegas, e attraverso congiunzioni pedonali sopraelevate raggiungiamo gli hotel vicini, situati nel tratto iniziale della Strip, quali l’Excalibur Hotel & Casinò, un hotel-castello con torri dai tetti colorati con ambientazione medievale, il Luxor Hotel & Casinò con relativa piramide e fascio di luce laser con ambientazione sull’antico Egitto. Ritorniamo sulla Strip e raggiungiamo dopo una bella camminata il Paris Las Vegas, situato di fronte alle famose fontane dell’Hotel Bellagio. Il Paris Las Vegas è un’hotel e casinò che si ispira alla città di Parigi. Esso infatti presenta riproduzioni di alcune famose attrazioni parigine come una scintillante Torre Eiffel, l’Arco di Trionfo, l’Opera Garnier e il Louvre. Gli interni, con l’immancabile casinò e vari negozi, sono ambientati nella Parigi romantica e bohèmien di fine ottocento. Sfortunatamente non riusciamo a mangiare, in assenza di prenotazione e dopo le 21, nei caratteristici ristoranti dell’hotel, l’Eiffel Restaurant situato su un magnifico terrazzo panoramico vista fontane di Bellagio, e Le Village, riproducente un villaggio alsaziano. Riusciamo comunque a mangiare qualcosa in una tavola calda in prossimità della bellissima ruota panoramica “High Roller”, perché Las Vegas sarà anche la città che non dorme mai, ma se non ci si organizza nei ristoranti entro le 21, specie in quelli degli Hotel, difficilmente si riesce a mangiare.
Torniamo esausti in albergo.
02 luglio 2014: In giro per hotel Casinò a Las Vegas
Dopo ottima colazione al New York-New York, ci dirigiamo sulla Strip dove notiamo subito il contrasto tra il caldo soffocante dell’esterno e il clima fresco degli hotel che farà deviare il più possibile il tragitto lungo la Strip all’interno degli hotel.
Raggiungiamo in circa 20 minuti di camminata il Bellagio Luxury Resort & Casino, uno splendido hotel modellato sullo stile delle case e del paesaggio del lago di Como (Bellagio è infatti un comune sul lago di Como) la cui principale attrazione è rappresentata dallo spettacolo delle fontane (15-20 ogni 30 min, 20-24 ogni 15 min). L’Hotel affaccia infatti su un lago artificiale con decine di fontane con giochi d’acqua e migliaia di luci, che a ritmo di musica creano magnifiche coreografie con colonne d’acqua alte fino a 76 metri. Anche gli interni del Bellagio con il casinò, i ristoranti e il giardino botanico sono estremamente eleganti e piacevoli da visitare.
Dopo il Bellagio ci dirigiamo al Caesars Palace Hotel & Casinò, un’immenso e sfarzoso hotel con rifiniture, monumenti, colonne e statue che ricordano l’antica Roma. L’hotel ospita diversi ristoranti e punti di ristoro, un centro commerciale, una spa, diverse piscine, camere e l’immancabile casinò.
Dopo la visita ritorniamo sulla Strip, attraversiamo altri due celebri hotel, Flamingo Hotel & Casino e Harrah’s Hotel Casinò, prima di raggiungere il The VenetianResort.
The Venetian Resort ispirato alla laguna di Venezia, e’ un complesso alberghiero enorme con una zona antistante l’ingresso ove sono riprodotti fedelmente il Campanile di San Marco, il Ponte di Rialto, il Palazzo del Doge, la laguna e i canali. I canali, solcati da gondole del tutto simili a quelle lagunari, proseguono all’interno della struttura ramificandosi tra gli edifici in stile veneziano ospitanti ristoranti, bar, centri commerciali, negozi, casinò, musei, ecc.. in un’atmosfera fantastica e nello stesso tempo strana con un cielo finto illuminato a giorno. Passiamo alcune ore a passeggiare nel Venetian, dove le occasioni di fare foto o di spendere qualcosa sono realmente infinite, e mangiamo qualcosa al Canaletto Ristorante Veneto, con accoglienti tavoli affacciati su un canale, ma con cibo costoso ed appena commestibile.
Proseguiamo lungo la Strip, attraversiamo The Volcano con il suo bello spettacolo di fiamme facente parte dell’Hotel- Casinò The Mirage, il Treasure Island Hotel & Casinò ispirato al tema dei pirati, fino allo Stratosphere Casino Hotel &Tower che presenta una struttura a forma di torre alta 350 metri (la più alta negli Stati Uniti) dal cui terrazzo si può godere di una spettacolare vista panoramica sulla città. Inoltre in cima alla torre sono presenti alcune attrazioni “estreme” con giostre che consentono di rimanere sospesi nel vuoto e che impressionano solo a guardare. Stremati ritorniamo in zona New York- New York in taxi. Mangiamo un ottimo trancio di salmone con verdure grigliate e patatine al Outback Steakhouse sulla Strip.
03 luglio 2014: Verso Sedona attraverso la scenic road AZ 89A
Las Vegas-Sedona (4 h 30 min, 450 km).
Dopo colazione lasciamo Las Vegas nel Nevada per raggiungere in direzione sud-est Sedona in Arizona.
L’ampia strada corre lungo un paesaggio arido, roccioso, adornato da colline con scarsa vegetazione. Facciamo una breve sosta al Willow Beach Scenic View, lungo la strada 93, dove si può ammirare uno spettacolare panorama sulle colline aride e rocciose tagliate dal percorso serpeggiante del fiume Colorado. In prossimità di Flagstaff il paesaggio diventa meno arido, più ricco di vegetazione, fino a diventare boscoso colorandosi di infiniti pini e abeti sempreverdi. Il tratto di strada da Flagstaff a Sedona (AZ 89A) è una delle scenic road più belle di tutta la West Coast, srotolandosi in una vera e propria foresta di conifere tra montagne e rocce sempre più rosse (Coconino National Forest). Lungo la strada è facile avvistare cervi.
Sedona è un piccola cittadina estremamente affascinante, situata tra le contee di Yavapai e Coconino, circondata da canyon e montagne di roccia rossa e boschi verdeggianti. Su Sedona aleggia, altresì, un clima mistico dovuto ai presunti ancestrali vortici energetici sottostanti le sue strutture rocciose che interagendo con il sè interiore faciliterebbero la meditazione, la preghiera e la guarigione. Raggiungiamo su una collina il nostro alloggio: lo Sky Ranch Lodge. La struttura immersa nella natura, presenta terrazze con spettacolari panorami sui paesaggi di roccia rossa di Sedona. La struttura principale e i bungalow sono rivestiti di legno e dotati di ogni comfort, circondati da terrazzi, balconi, ampi spazi, alberi, ruscelli con ponticelli di legno, pedane di legno e piscine. A pochi metri dal Lodge sulla sinistra raggiungiamo a piedi un altro punto panoramico il Sedona Airport Overlook. Riprendiamo l’auto in direzione Sedona e dopo appena un chilometro parcheggiamo l’auto nel piccolo spazio sulla destra (Airport Mesa) dove iniziano dei magnifici percorsi su terra e rocce rosse, che conducono a punti panoramici di estrema bellezza, come il Sedona Trail View Point. Vediamo avvicinarsi tra le maestose rocce rosse un temporale con forte attività elettrica che dona ancora più energia, mistero e bellezza al luogo.
Dopo qualche ora, raggiungiamo sotto una sporadica pioggerellina, la zona centrale di Sedona, dove si possono fare piacevoli passeggiate tra negozi ricche di pietre e oggetti spirituali, e ristoranti in stile country. Ci fermiamo per una bibita ai tavoli panoramici del retro della Sinagua Plaza e dopo un pò al buon Cowboy Club Grille & Spirits dove mangiamo un buon pasto a base di carne, insalata e patatine. All’uscita ammiriamo attoniti a un doppio arcobaleno che avvolge il cielo. Di sera visitiamo il Tlaquepaque Arts e Shopping Village, una bella ricostruzione di un villaggio messicano ricco di gallerie d’arte, negozi di artigianato, ristoranti, caffetterie dove passiamo, stremati, gli ultimi momenti della giornata.
04 luglio 2014: Alla scoperta del Grand Canion National Park
Sedona – Grand Canyon National Park South Rim (2 h 12 min, 184 km).
Di buon mattino dopo aver informato la reception per un check out ritardato di qualche ora, puntiamo su Jerome, una piccola cittadina abbandonata (ghost-town) con edifici, marciapiedi e strade d’epoca, arroccata sulle colline della Foresta Nazionale di Prescott e distante circa 40min (43 km) da Sedona. Facciamo una breve visita con piacevole passeggiata inclusiva di colazione al pittoresco Mile High Grill. Ritorniamo a Sedona per l’escursione al Bell Rock (48 min – 48 km). Il Bell Rock è un ciclopico monolite rosso fuoco circondato da altre maestose strutture rocciose di arenaria rossa, che si erge in un estesa area semi-desertica su una rada boscaglia, e dalla cui base si dipartono sentieri che raggiungono diversi livelli di altitudine. Lo scenario dei paesaggi lungo la camminata è semplicemente meraviglioso. C’è un parcheggio a pagamento alla base del Bell Rock da cui parte un sentiero di terra battuta rossa che si inoltra tra cactus, cespugli ed alberi, prima di iniziare a salire. Indispensabili sono un cappellino, occhiali da sole e acqua. La durata dell’escursione può variare da un paio d’ore (consigliabile in estate per le alte temperature) a tutta la giornata.
Dopo il Bell Rock raggiungiamo in 5 minuti, lungo la bellissima AZ 179, Cathedral Rock, un complesso di rocce rosse formato da due guglie gemelle e un ponte centrale che ricordano nell’insieme una cattedrale. La ammiriamo per qualche momento, ma siamo stanchi ed in forte ritardo e non intraprendiamo alcun trail. Recuperiamo le valigie e le forze fermandoci a mangiare in una tavola calda lungo la strada, per poi procedere in direzione nord verso il Grand Canyon National Park (South Rim). Di pomeriggio, lungo la strada abbiamo programmato un’ultima sosta di un paio d’ore allo Slide Rock State Park (ingresso auto 20 $, orario 8-19). La peculiarità del parco deriva essenzialmente dalla bellezza del canyon di roccia rossa scavato dal fiume Oak Creek che può essere raggiunto attraverso sentieri e dove ci si può eventualmente bagnare. Lo scenario circostante è dominato da maestose rocce rosse e da una fitta foresta. Seppur di corsa riusciamo a vedere l’essenziale del Parco, indi proseguiamo la nostra marcia fino all’ingresso sud che conduce al Grand Canyon Village (ingresso auto 25 $, orario 24 h). Raggiungiamo al tramonto lo Yavapai Lodge, struttura immersa nella natura, situata a 1 km dal Grand Canyon Visitor Center, provvista di camere confortevoli dotate di ampie vetrate vista bosco e di un discreto ristorante. Sistemiamo le valigie e ci catapultiamo ansiosi all’esterno verso il Canyon. Ma la vista di quella meraviglia blocca il respiro, placa l’anima, confonde la vista, serra la bocca.
Quell’immensa gola di milioni di anni di erosione del fiume Colorado e dei suoi affluenti, è di una bellezza indescrivibile e ci lascia stupefatti, silenziosi ed immobili per alcuni minuti. Passeggiamo al tramonto sul sentiero recintato lungo il canyon, fornito di cartelli di spiegazione molto interessanti, fino a quando il buio ci sorprende, costringendoci a faticare non poco per raggiungere e riconoscere il nostro alloggio. Dopo una cena americana senza infamia e senza lode, stremati dalla fatica, andiamo a letto.
05 luglio 2014: Visita al Grand Canyon e viaggio verso Page
Grand Canyon South Rim – Page (2 h 26 min, 212 km.)
Dopo colazione, dedichiamo gran parte della giornata, con l’aiuto delle navette gratuite, alla visita dei principali punti di osservazioni del Grand Canyon. Esistono tre linee navetta: orange, red e blue.
La Orange Route (KaibabRoute) collega, in circa 50 minuti di corsa, il Grand Canyon Visitor Center a 5 punti panoramici Mather, Yaki e Yavapai (bellissimi), Pipe Creek Vista, South Kaibab.
La Red Route (Hermit Road) lunga 12 km, esplora in 75 minuti di corsa, la regione più occidentale del South Rim con 9 punti panoramici: Trail view Overlook, Maricopa Point, Powell Point, Hopi Point, Mohave Point, The Abyss, Monument Creek, Pima Point, Hermits Rest. Imperdibili sono Hopi, Maricopa, Pima, The Abyss.
La Blue Route collega i punti principali del Grand Canyon Village.
Esiste un ulteriore strada panoramica, percorribile solo in auto, la Desert View Drive, lunga 40 km, che collega il Grand Canyon Visitor Center al Desert View Watchtower con 6 punti panoramici: Navajo Point, Lipan Point, Moran Point, Grandview Point, Yaki Point, Pipe Creek Point. Noi abbiamo utilizzato questa strada per raggiungere, a fine visita, l’uscita est del Parco più comoda per procedere verso nord (Page). Alcuni tra i percorsi più popolari, prenotabili in loco, sono il Bright Angel Trail, il South Kaibab Trail e L’Hermit trail che non abbiamo avuto tempo di fare. Dopo aver visto e camminato quanto più possibile, nel pomeriggio inoltrato, lasciamo il Parco dall’uscita est e procediamo verso nord in direzione Page.
Raggiungiamo oramai di sera il nostro hotel, il Quality Inn View che presenta camere di buon livello dotate di balcone con ampia vista panoramica sugli spazi verdi e i canyon di terra rossa che precedono il corso del fiume. Cena al Ken’s Old West Steakhouse di Page, caratteristico locale country, stile antico west, tutto in legno, con luci soffuse, musica dal vivo e cibo, prettamente a base di carne, di discreta qualità.
06 luglio 2014: la bellezza della Monument Valley
Page- Monument Valley 2 h, 200 km
Le tappe previste della giornata sono nell’ordine: diga di Powell, Antelope Canyon Lower, Horseshoe Bend, Lake Powell, strada fino al Goulding’s Lodge nella Monument Valley.
Dopo un’ottima colazione all’hotel, facciamo una breve tappa alla diga Glen Canyon Dam con il Dam Bridge e lo spettacolare corso del fiume Colorado. Procediamo per l’Antelope Canyon distante 12 km (15 min) da Page. L’Antelope Canyon (Upper, Lower, X) è uno slot canyon, una profonda e stretta fenditura della roccia con pareti rosse vertiginose e ondulate create dall’erosione del vento e dell’acqua, situata in un area desertica di sabbia color rosso-albicocca. La luce, che entra dall’alto a seconda dell’angolazione dei raggi solari, conferisce all’arenaria una splendida tonalità cromatica con sfumature e ombreggiature che variano dal giallo, all’arancione, al rosa, al viola, che lo rendono uno dei più suggestivi e fotografati parchi USA. Il parco ha un’orario di apertura in estate dalle 8 alle 17 con un costo di circa 35 dollari a testa comprensivo di tasse e permesso, ed è gestito dagli indiani Navajo che forniscono buone guide per la visita che dura mediamente 1 ora per l’Upper e 1,30/2 per il Lower. I biglietti si possono fare in loco, oppure per non rischiare, possono essere prenotati in anticipo on-line o nelle agenzia turistiche a Page. Noi abbiamo preferito visitare il Lower per la maggiore durata della visita, la minore affluenza di pubblico (ideale per i fotografi), e per le stupende recensioni e foto del web, uguali o superiori all’Upper. Non abbiamo prenotato ticket, infatti, a condizione di raggiungere il parcheggio del sito di prima mattina, siamo riusciti a prenotare agevolmente la visita nel secondo gruppo della giornata e siamo entrati dopo una ventina di minuti di attesa. Si percorre prima un’area desertica, poi si scende nel canyon attraverso scale, si cammina lentamente con la guida alla testa, poi si risale attraverso una stretta spaccatura della roccia. Consiglio ai fotografi di entrare per ultimo, come ho fatto io, in modo da rallentare la camminata ed avere la visuale libera per video e foto.
Finita la visita torniamo in auto in direzione Lake Powell, Lone Beach (Glen Canyon), distante 30 km (35 min). Quest’area desertica dove è possibile fare il bagno, è estremamente suggestiva per il contrasto che si crea tra i colori del deserto, delle rocce e del lago. Era nostra intenzione visitare altre regioni, ancor più belle, del Lake Powell e del Glen Canyon, come lo strepitoso Alstrom Point, ma abbiamo desistito per mancanza di tempo.
Torniamo a Page e mangiamo all’ottimo e colorato ristorante messicano Fiesta Mexicana Restaurant.
Nel pomeriggio raggiungiamo l’Horseshoe Bend, il cui pargheggio (a pagamento 10 $) è situato 7 km a sud di Page, in direzione Bitter Springs, deviando dalla US-89 verso destra in corrispondenza delle indicazioni. Dal parcheggio si snoda un sentiero semidesertico di 2,4 km che bisogna percorrere, sotto un sole a picco, fino ad una enorme voragine che si intravede da lontano. L’escursione è breve ma nei mesi estivi il caldo è soffocante, pertanto è opportuno camminare lentamente con cappellino ed acqua. All’arrivo, la sensazione di fatica viene rimossa dai brividi provocati dalla estrema bellezza del paesaggio oltre che dalla vertiginosa altezza del punto panoramico. Le maestose pareti rocciose laterali e il maestoso promontorio rossastro centrale delimitano un’ansa “a ferro di cavallo” del fiume Colorado di un abbagliante verde smeraldo. Il contrasto dei colori e la morfologia delle strutture rendono il sito una meraviglia naturale unica al mondo. Dopo l’escursione procediamo per il Goulding’s Lodge nella Monument Valley in Utah. Compriamo qualcosa da mangiare nel minimarket annesso perchè arrivati troppo tardi per la cena. Il Goulding’s Lodge è praticamente incastonato su alcune maestose rocce rossastre della valle e presenta una visuale panoramica spettacolare sulla Monument Valley. Offre buone camere, ristorante, piscina, minmarket, negozio di artigianato locale.
07 luglio 2014: il Monument Valley National Park e spostamento a Moab
Monument Valley-Moab 2 h 40, 234 km.
Dopo colazione, facciamo una breve sosta al Tipi Village, una struttura gestita da un signore nativo americano molto gentile, caratterizzata da tende indiane posizionate in circolo e da un bungalow in legno, dotate di gazebo e barbeque. Il proprietario ci consente di dare un’occhiata e di fare delle foto per l’originalità del luogo. Entriamo finalmente nel Monument Valley National Park (ingresso auto 20$, orario estivo: 6-20) celebre in tutto il Mondo quale icona del Far West Americano, attualmente gestito dagli indiani Navajo. Procediamo lungo la Valley Drive, una strada sterrata di sabbia rossa che si snoda tra mesas, monoliti, pinnacoli fino alle conformazioni rocciose rosse più famose e caratteristiche modellate da milioni di anni di erosione. Lungo il percorso si possono ammirare: East e West Mitten Buttes, Merrick Buttes, Elephant Butte, The Three Sisters, Totem Pole, Artist’s Point, John Ford’s Point, Sentinel Mesa, Mitchell Mesa, Rain God Mesa, Spearhead Mesa, Thunderbird Mesa. Gli strepitosi panorami desertici interrotti da queste maestose rocce, viste e riviste in più film, regalano emozioni uniche.
Dopo circa 2/3 ore di escursione torniamo in auto, sulla US-163, in direzione Moab. Nella zona lungo la strada si trovano spesso aree riservate ai manufatti degli indiani, soprattutto gioielli, spesso molto originali. Breve sosta per qualche foto alla roccia Mexican Hat a forma di cappello messicano. Dopo Mexican Hut è’ consigliabile svoltare sulla sinistra sulla UT261-UT316 per raggiugere dopo circa 7 km il Goosenecks State Park (auto 5 $) che offre ai visitatori una veduta panoramica mozzafiato su uno spettacolare canyon serpentiforme creato in milioni di anni dal fiume San Juan. Nelle vicinanze si può visitare anche la Valley of the Gods, con caratteristiche simili alla Monument Valley, ma inspiegabilmente meno conosciuta, che però non abbiamo avuto tempo di visitare.
Riprendiamo la US-163 e facciamo sosta per rifocillarci a Bluff sulla US-191 dove approfittiamo per rilassarci un pò nel Bluff Fort Historic site, un museo-negozio con un allestimento scenografico di un forte del vecchio West, di metà 800, che ripercorre le vicende principali della cittadina e dei primi pionieri che si insediarono in questo luogo. Dopo aver fatto degli interessanti acquisti, prettamente indiani, nel negozio di artigianato del forte, ritorniamo in auto. Altra sosta prima di Moab è al Wilson Arch, spettacolare arco di roccia arenaria, facilmente visibile sulla destra della strada principale US-191. Parcheggiamo l’auto nell’area di sosta adiacente e dedichiamo un pò di tempo al sito per salire e camminare sotto l’arco e vedere il vertiginoso panorama dall’alto. Raggiungiamo oramai di sera il Rustic Inn a Moab, il classico motel americano dotato di camere essenziali, ampio parcheggio, area pic-nic e bella piscina. Passiamo la serata a passeggiare nella zona centrale di Moab ricca di negozi, bar e ristoranti. Mangiamo una discreta pizza al locale Pizza Hut prima di ritornare al motel.
08 luglio 2014: il Goblin Valley State Park e rotta verso Kodachrome Basic State Park
Moab – Kodachrome Basic State Park circa 5 h 16, 449 km
Decidiamo di fare colazione al Red Cliff Lodge distante 30 minuti e 27 km da Moab, raggiungibile attraverso una Scenic Road, la UT-128, una splendida strada panoramica con magnifici scorci sul fiume Colorado e sui canyon rosso fuoco da esso formati. Il Red Cliff Lodge è un posto da sogno immerso nella natura; il ranch, situato sulle sponde del fiume Colorado in uno splendido canyon di roccia rossa, presenta alloggi, ristorante e reception in legno, ampi spazi verdi, piscine, terrazzo, cavalli. E rimaniamo sorpresi anche dalla qualità e quantità della colazione a buffet che ci faranno saltare il pranzo.
Sulla strada di ritorno parcheggiamo l’auto in una delle piazzole di sosta lungo la UT-128 e seguiamo uno dei sentieri tra la vegetazione che ci porta in una zona di rapide del fiume Colorado molto suggestiva. Successivamente ci dirigiamo al Dead Horse Point State Park distante 40 min e 53 km da Moab (ingresso auto 20 $, orario apertura 6-20), facente parte dell’area di Canyonlands. Dal parcheggio bisogna camminare per poche centinaia di metri attraverso il cosiddetto Dead Horse Point Trail per raggiungere la terrazza naturale principale del sito da cui si osserva lo splendido scorcio dell’ansa verdeggiante del fiume Colorado, nell’immenso anfiteatro di canyon e rocce marroni-rosse di Canyolands, tagliata da poco più di un sentiero di terra battuta, la Potash Road, una stradina off road che porta all’interno di Canyolands.
Dopo aver visitato l’intera area, torniamo in macchina per raggiungere un’altra perla sognata da casa: Goblin Valley State Park, distante circa 2 h (180 km) dal Dead Horse Point State Park, in direzione ovest, nella stessa direzione della nostra destinazione finale. La strada per raggiungerla è prima la US-191 e I-70, poi si svolta dopo Green River sulla sinistra su un’altra Scenic Road la UT-24 che nel tratto fino alla Goblin Valley taglia un ambiente desertico e molto piatto. Goblin Valley State Park (ingresso auto 15 $, orario aperture 6-22) è una valle desertica, dalle sembianze extraterrestri, caratterizzata da migliaia di pinnacoli e formazioni rocciose rosso-vermiglio dalle forme più bizzarre che ricordano solitamente fantasmi, funghi, gnomi, casette. Ci sono anche delle strutture rocciose monumentali come Molly’s Castle, Theree Sisters e altri massicci che presentano un caratteristico colore grigio-verdastro nella parte superiore. La valle è suddivisa in tre parti e si possono percorrere diversi trail (Entrada Canyon Trail, Carmel Canyon Trail, Curtis Benchtrail), ma noi abbiamo preferito passeggiare senza meta a suo interno.
Dopo un paio d’ore di cammino, riprendiamo la UT-24 che si allunga fino alla cittadina di Torrey. I paesaggi infiniti con le montagne rocciose colorate che si incontrano sono meravigliosi e sovente ci costringono a fermarci per scattare delle foto, specie nel tratto in cui la UT-24 attraversa il Capitol Reef National Park. La UT-24 è in sostanza la strada principale di questo interessante parco, su cui si trovano una serie di punti panoramici con maestose formazioni rocciose dai colori stratificati (the Castle, Sunset Point, Panorama Point, Mummy Cliff, Chimney Rock, Twin Rocks, Behunin Cabin, l’area dei frutteti, il centro visitatori, l’attacco di alcuni sentieri (Reef Scenic Drive, Grand Wash Trailhead, Hickman Bridge Trailhead). La prosecuzione venendo da est della UT-24, è la Scenic Road UT-12, che è una strada talmente bella da far dimenticare di essere al volante già da ore. Attraversiamo il Dixie National Forest. Il panorama cambia divenendo ricco di boschi con cervi facilmente avvistabili e panorami spettacolari. Da non perdere sono i punti panoramici montani Homestead Overlook e Larb Hollow Overlook. Dopo la cittadina di Boulders ci fermiamo ad ammirare altri punti panoramici come il Calf Creek Viewpoint e il Boynton Overlook. Indi entriamo nell’area del Grand Staircase-Escalante National Monument che offre sensazionali panorami su boschi verdi incorniciati da montagne rocciose di color bianco crema e rosso. Da ricordare il punto panoramico The Blues/Powell Point Vista. E’ buio, all’altezza della minuscola cittadina di Cannonville, ove ci fermiamo nell’unico negozio di alimentari ancora aperto per comprare qualcosa da mangiare per la sera, svoltiamo verso sud sulla Kodachrome Road e dopo circa 11 km raggiungiamo il Kodachrome Basic State Park (ingresso auto 8$).
Il nostro alloggio è il Red Stone Cabins e Camper Store situato all’interno del parco. Trattasi di accoglienti chalet di legno a schiera, con terrazzino, barbecue e parcheggio, del tutto isolate e immersi nella natura. Una coppia di newyorkesi dello chalet contiguo ci bussa e ci offre un vassoio con alcuni snack di benvenuto. Gli americani, per lo più diffidenti, asfissiati da un sistema di vita spesso disumano, imposto dall’alta finanza e dalle multinazionali, a volte ritornano in una dimensione umana sorprendendo con gesti semplici. Un temporale a distanza con fulmini e tuoni, visti dal terrazzino dell’alloggio, isolato nella natura ed al buio completo, rende gli ultimi momenti della giornata indimenticabili.
09 luglio 2014: Visita al Bryce Canyon National Park e rotta verso Las Vegas
Kodachrome Basic State Park-Las Vegas 4 h 30, 450 km.
Dopo un’ottima colazione all’aperto, dedichiamo alcune ore al parco che è una vera e propria perla nascosta e variopinta. Pinnacoli, guglie, monoliti, montagne stratificate di arenaria dai colori che variano dal rosso, al giallo, al bianco si stagliano nell’azzurro del cielo e si ergono su estese dune erbose dorate interrotte da cespugli e alberi verdi . In un contesto silenzioso e solitario si possono fare diversi trail più o meno lunghi, e non faticosi, lungo i meravigliosi sentieri.
Dopo la visita ritorniamo in auto per raggiungere il Bryce Canyon National Park distante 37 km (circa 45 min). Il Bryce Canyon National Park (35 $, 24 h) è famoso per i suoi spettacolari panorami su canyon ed anfiteatri di “hoodoos“, multiple guglie e pinnacoli di rocce scolpiti da milioni di anni di erosione che nell’arco della giornata variano il proprio colore dal rosa tenue all’arancione acceso. Diversi percorsi consentono di entrare in contatto con questa meraviglia naturale scendendo direttamente nelle valli. Esiste anche un servizio navetta effettuato lungo il corso della strada che costeggia il Bryce Amphitheater con le seguenti fermate: Bryce Canyon Visitor Center, Sunset campground, Bryce Point, Inspiration Point, Sunset Campground, Sunset Point e (Sunrise Point), Bryce Canyon Lodge. Visitiamo con l’auto gli stessi punti e ci fermiamo al Sunset Point, da cui parte l’escursione a piedi per il Navajo Loop, il più bel sentiero del Parco che, attraverso una stretta e ripida gola fra pareti di roccia rossa (Wall Street) e panorami extraterrestri, conduce ad un canyon ove si fanno strada fra le rocce ravvicinate abeti altissimi. A questo punto si può tornare indietro o proseguire lungo il Queen’s Garden Trail (4 km, 2 h) che attraverso affascinanti formazioni rocciose ed alberi altissimi, ritorna al Sunset Point, da dove si può riprendere l’auto. Ripresa l’auto visitiamo altri bellissimi punti panoramici della Scenic Drive: Natural Bridge, Agua Canyon e Rainbow Point. Dopo la visita, usciamo dal Parco, raggiungiamo l’autostrada I-15S e procediamo per Las Vegas.
Arriviamo di pomeriggio inoltrato al Flamingo Las Vegas Hotel & Casino, le cui splendide camere, estremamente lussuose ma accessibili, affacciano direttamente sulla Strip e sulla ruota panoramica (High Roller). Passiamo la serata alla Freemont Street, la più antica strada della città e cuore pulsante della Downtown, attualmente secondaria per importanza solo alla Strip. Abbiamo tempo per visitare sia il tratto più commerciale (Freemont Street Experience) sia quello più antico (Fremont Est). Freemon Street Experience è facilmente riconoscibile in quanto completamente sormontata da una copertura illuminata da milioni di LED (Viva Vision) che la riempiono di luci, disegni e colori lungo la quale si trovano casinò (Golden Gate Casino Hotel, Golden Nuggets Hotel Casino), negozi, bar, pub, concerti, night club, locali vari e dove circolano personaggi tra i più variegati della razza umana. Fremont Est è più sobria, meno rumorosa, con hotel e locali vintage con insigne al neon che ricordano la vecchia Las Vegas. Dopo aver mangiato qualcosa torniamo col taxi in albergo e dormiamo con le tende automatiche della vetrata aperte dove riflettono i colori della vicina ruota panoramica (High Roller), per continuare a sognare Las Vegas anche nel sonno.
GUARDA ANCHE LA PARTE II (DAL 10 AL 17 LUGLIO 2014)
Se volete approfondire le info leggete anche l’articolo: Gli incredibili parchi americani, le città leggendarie dell’ ovest, l’ atmosfera “on the road”, percorrendo 6.000 km in 15 giorni dei nostri amici di Diario in viaggio online
Sale, avete associato due mete completamente diverse, creando un itinerario spettacolare:
la terra rossa dei nativi americani ove, sullo sfondo di panorami indimenticabili, ancora si sente una spiritualità e una magia unica, e il paradiso caraibico e coloniale della Repubblica Domenicana, ed in particolar modo della penisola di Samanà, che ho visitato svariati anni fa. Complimenti per il racconto dettagliato.
I paesaggi naturali dell’ovest USA sono uno spettacolo unico, e l’itinerario proposto è ricco di dettagli e, personalmente, lo trovo, di notevole impatto. Grazie e continuate così
Salve, complimenti per il diario di viaggio, fatto con passione e tanto studio. Ho rivissuto gli splendidi momenti vissuti parecchi anni fa, in un viaggio simile in America. Riviverli da un racconto così, mi mette i brividi