Indice del diario di viaggio
Diario di viaggio in Namibia (fai da te) dal 22 giugno al 05 luglio 2015
Viaggio fai da te on the road con percorso studiato nei minimi particolari con volo prenotato tre mesi prima di partire. Siamo una coppia: Silvio e Anna.
Volo: Lufthansa A(Roma-Francoforte-Windhoek) – R(Windhoek-Francoforte-Roma) (costo totale 2 persone circa 1400 euro durata circa 13h x2).
Hotel, ranch e noleggio auto prenotati on line. Diverse strutture ricettive comunicano l’avvenuta prenotazione solo dopo pagamento anticipato (utilizzati Booking, Etosha National Park Accomodation e siti web delle strutture).
Noleggio auto e strade: indispensabile patente internazionale e carta di credito, è altamente consigliabile noleggiare una Jeep, anche 4×4 se si ha intenzione di percorrere strade sabbiose (come il tratto finale di strada per Sossusvlei); inoltre è indispensabile controllare lo stato delle gomme all’atto della consegna dell’auto e noleggiare una o anche due ruote di scorta. Noi abbiamo noleggiato una Jeep 4×4 con una ruota di scorta, e nonostante ciò abbiamo avuto nel corso del viaggio tre forature. Cambiare una ruota ad una Jeep smontando quella di scorta da sotto l’auto su uno sterrato di pietre, sapendo che non potrai più bucare per il resto della strada è una sensazione adrenalinica unica ma nello stesso tempo pericolosa. Pertanto è indispensabile, ripeto, controllare scrupolosamente lo stato di usura dei pneumatici (e poi lo stato dell’intera autovettura) e magari noleggiare due ruote di scorta.
Alcuni gruppi presenti per il noleggio sono: Hertz, Avis, Budget, Asco Car Hire, Advanced Car Hire, Camping Car Hire. In Namibia la guida è all’inglese (a sinistra con posto di guida invertito) e le strade sono di tre tipi: asfaltate (tipo B), sterrate in discrete condizioni (tipo C) e sterrate in brutte condizioni (tipo D). E’ consigliabile andare sempre piano sulle strade sterrate che risultano spesso sconnesse e rallentare notevolmente quando si incrociano altri veicoli per il pericolo di scheggiare i vetri dell’auto con pietre volanti. Le distanze sulle strade sterrate sono notevoli e spesso, nelle zone più remote ed isolate, non passano auto per ore o giorni, pertanto e’ importante portare con sè rifornimenti come taniche d’acqua e cose da mangiare. Vi assicuro, tuttavia, che anche in caso di problemi non risolvibili sugli sterrati, ci sarà sempre, prima o poi, l’aiuto da parte di altri viaggiatori o da parte dell’assistenza auto o da parte del proprietario dell’hotel prenotato “vicino”.
Assicurazione sanitaria: è indispensabile per poter usufruire, in caso di esigenza, del servizio sanitario assolutamente privato (europa-assistance, allianz-assistance, ecc…).
Visto: non necessario se il soggiorno e inferiore ai tre mesi. Il passaporto, obbligatorio, deve avere una validità di almeno 6 mesi dalla data di uscita.
Vaccinazioni: non obbligatorie, noi non ne abbiamo fatte e consiglio, anche da medico, di non farne (soprattutto la profilassi antimalarica) per le condizioni climatiche di questo periodo dell’anno (inverno australe), per l’itinerario seguito e per il tempo relativamente breve di permanenza; abbiamo utilizzato repellenti solo nei primi giorni ma sia all’Etosha che in altri posti visitati non abbiamo visto né zanzare o né altri insetti.
Cambio: noi abbiamo preferito cambiare in dollari namibiani in areoporto (16 NAD=1 euro). Le maggiori carte di credito sono accettate in tutto il Paese.
Operatore telefonico: scheda SIM namibiana (MTC) da comprare in areoporto, a basso costo, da far montare dal venditore con buona ricezione.
Lingua: non è stato un problema, i bianchi, la minoranza che detiene il potere economico del Paese, discendenti dei vecchi colonizzatori, essenzialmente tedeschi ed inglesi-sudafricani, parlano inglese, e anche gli autoctoni di colore (San , Nama, Herero, Himba, Owambo, Basters, Colured, Topnaar), parlano o utilizzano termini in inglese.
Clima: freddo di notte e di mattina presto, sempre soleggiato con caldo secco e mai torrido per il resto della giornata. Si consiglia un abbigliamento ”a cipolla” .
Il Diario di viaggio in Namibia giorno per giorno
22 giugno 2015: La partenza per Windhoek
Volo Lufthansa, Roma-Francoforte-Windhoek, con arrivo a Windhoek all’aeroporto Hosea Kutako alle 22 ore locali. Volo perfetto senza turbolenze, con discreti pasti e buoni intrattenimenti.
Fila rapida per il visto, ritiro veloce dei bagagli, ritiro altrettanto veloce dell’auto. Raggiungiamo il nostro hotel il Trans Kalahari Inn distante 22km (<30min) dall’aeroporto. Disturbiamo la cuoca dell’hotel, già in pigiama, che un gran sorriso ci porta in ristorante e ci prepara carne e uova con birra per una cena veloce.
23 giugno 2015: Trasferimento e visita al Wateberg National Park
Windhoek-Waterberg National Park (310 km. 3 h 30 min.). Notte al “Waterberg Camp”- NWR.
La strada verso nord, dalla capitale al Waterberg National Park, è asfaltata e attraversa alcune baraccopoli di Windhoek (Katutura) ed infinite aree recintate di terra rossa e savana con termitai ovunque. Lungo la strada, immersi nella natura, ci sono sempre aree di sosta dotate di tavolo e panchine. Frequenti sono gli attraversamenti di animali come i facoceri. Lungo la strada facciamo una sosta nella cittadina di Okahandja per visitare il Mercato del Legno dove entriamo subito in contatto con l’Africa vera. Capanne di legno e cartone con botteghe contenenti oggetti e manufatti di assoluto valore artistico, dove la gente vive, mangia e dorme, mantenendo dignità ed allegria a fronte di una condizione disastrosa. Dopo qualche acquisto, procediamo verso il Waterberg National Park.
Il Waterberg è’ uno dei siti geologici più suggestivi della Namibia, con un esteso massiccio piatto di roccia arenaria rossa che si staglia nell’azzurro del cielo, ergendosi sul verde lussureggiante della vegetazione sottostante e confinante con immense distese dorate di savana (bush). L’altipiano rappresenta ’habitat di molte specie animali, alcune delle quali a rischio estinzione e reintrodotte quali il rinoceronte nero e bianco, ma anche di leopardi, ghepardi, antilopi nere, giraffe, licaoni, bufali, gazzelle, iene brune, babbuini, manguste, più di 200 specie di uccelli, tra cui pappagalli e l’unica colonia di avvoltoi del Capo della Namibia che domina il plateau dall’alto; nel parco sono presenti inoltre circa 500 specie diverse di piante. Le colline sono state devastate (e purtroppo anche il sito) nel 1904, della battaglia più sanguinosa del popolo Herero a difesa della propria terra contro i tedeschi, finita con la vittoria degli invasori e lo sterminio di 2/3della popolazione Herero e Namaqua; a ricordare lo sterminio c’è un piccolo cimitero di tombe (solo dei colonialisti), visitabile nel parco.
Nel sito sono state inoltre ritrovate molte tracce di dinosauri ed incisioni rupestri dell’antico popolo San. Il Parco Nazionale del Waterberg offre 9 percorsi naturalistici intorno al Barnabè de la Batrest camp, che si possono svolgere a piedi in autonomia o con guida, il più interessante dei quali conduce sul bordo del plateau dell’altipiano. Il Parco organizza anche safari organizzati con jeep che conducono a posti nascosti e a pozze d’acqua dove c’è maggiore possibilità di incontrare animali.
Arriviamo al Parco verso le 13 (entrata circa 13 dollari a persona più qualche dollaro per l’auto) e sistemiamo le nostre cose in camera al nostro alloggio al “Waterberg Camp”- NWR.
Il campeggio dispone di camere centrali in mattoncini rossi, semplici ma pulite, di piscina, bar, ristorante e di splendidi spazi verdi. Pranziamo qualcosa al ristorante del rest camp, e verso le 14 iniziamo da soli il percorso verso il plateau. Il sentiero risulta affascinante ma anche accidentato, non ben segnalato e impegnativo, tuttavia lo sforzo per raggiungere la cima, viene largamente ripagato dal meraviglioso panorama sulla natura circostante e dalla visione ravvicinata del massiccio stesso che, all’alba e al tramonto, si accende di un colore rosso fuoco. La durata dell’escursione è di circa 2-3ore e bisogna calcolare bene i tempi del ritorno per il sopraggiungere del buio verso le 17.30-max 18 (in inverno), cercando di non sottovalutare di poter sbagliare il sentiero di ritorno specie quando si cominciano a sentire, sul far della sera, i richiami di tanti animali, tra cui le urla ravvicinate dei babbuini, che possono spaventare e distrarre. Raggiungiamo appena in tempo l’area delle nostre camere dove ci accolgono diversi dik dik, piccole antilopi namibiane, che si muovono indisturbate sull’erba dei giardini. Ceniamo in ristorante a base di ottima carne di orice e kudu, contorni e birra.
24 giugno 2015: Spostamento nel pomeriggio a Etosha per visitare il Waterberg National Park
Ci alziamo all’alba e decidiamo di percorrere un altro sentiero del Waterberg, la foresta di Omumborombonga, interessante per le particolari palme della vegetazione, ma meno spettacolare del percorso del giorno prima. Nel Parco vediamo babbuini, manguste, giraffe, gazzelle, pappagalli e tanti altri uccelli. Dopo l’escursione, osservati a distanza da alcuni babbuini con prole, facciamo un’ottima e abbondante colazione a buffet al ristorante del Parco. Nei tempi stabiliti salutiamo il Waterberg.
Ci rimettiamo in auto e procediamo verso nord, su strada asfaltata, in direzione Etosha. Waterberg National Park- ingress sud (Anderson’s Gate) Etosha (280 km. in circa 3/4h). Ingresso Etosha-Halali Camp (87 km. 2 h). Notte al lodge “Halali Camp”.
Lungo la strada ci fermiamo a Outjo alla Farm House Restaurant rinomata soprattutto per i dolci e prima dell’ingresso facciamo visita ad un piccolo insediamento Himba dove compriamo alcuni manufatti in legno dalle tipiche donne dalla pelle e i capelli porpora scuro, ricoperte, come da usanza muliebre, da un impasto di grasso animale e di ocra. L’ingresso al Parco Nazionale di Etosha è di circa 80 NAD per adulto più 10 NAD per l’auto. E’necessario raggiungere gli alloggi prima della chiusura dei cancelli; a giugno-luglio è obbligatorio raggiungere gli alloggi all’interno del parco entro le 17.30 o entro max le 18.00 ma con richiamo dei guardiani. Oltre tale orario si rischia un’ammenda o l’espulsione dal Parco. Nel Parco la velocità max consentita è di 60 km/h e non si può scendere dall’auto se non nell’aree recintate delle toilette e nelle aree dei lodge.
L’Etosha, che in lingua Herero, significa “ il posto dell’acqua secca” è il più conosciuto parco del Paese, ricchissimo di fauna, caratterizzato dalla presenza di una palude effimera, il Pan, di oltre cinquemila chilometri quadrati. All’interno di Etosha solo la zona meridionale è visitabile attraverso una fitta rete di strade sterrate percorribili esclusivamente con vetture, dall’alba al tramonto. La zona nord, più estesa, è interdetta al pubblico e a disposizione solo degli animali. Nell’inverno australe il Pan, la depressione centrale del parco è secca e biancheggiante per il contenuto salino, e gli animali, per bere, sono costretti a recarsi alle pozze naturali e artificiali situate nei pressi delle piste percorribili. In Etosha esistono diverse strutture ricettive : i lodge di Okaukuejo, Halali, Namutoni, Dolomite, Onkoshi, Olifantsrus.
Il nostro lodge, scelto per la posizione centrale e per la superba pozza d’acqua che può essere osservata dall’alto, è Halali, situato a circa 2 ore dall’ ingresso sud (Anderson’s Gate). Una volta all’interno del Parco abbiamo appena il tempo di vedere alcune pozze con relativi animali, uno splendido tramonto rosso con colli di giraffe all’orizzonte, e di raggiungere il lodge entro le 18.00. Ci sistemiamo in camera per poi raggiungere il ristorante per la cena. Nel dopo cena, lo spettacolo si sposta alla pozza dell’Halali, situata sotto e davanti ad un palcoscenico sopraelevato di pietra con sedie e copertura di legno delimitato da splendidi alberi. In un silenzio assoluto, sentiamo ed ammiriamo una famiglia di elefanti e alcuni rinoceronti avvicinarsi alla pozza. Stremati andiamo a dormire.
25 giugno 2015: Visita di Etosha
Notte in camera al lodge “Halali Camp”. Di buon mattino dopo una rapida occhiata alla pozza del lodge e dopo colazione, iniziamo l’escursione dell’Etosha in direzione est (verso Namutoni).
L’ausilio di una mappa dettagliata del Parco consente di raggiungere facilmente le pozze più belle e potenzialmente più ricche di fauna. La quantità di animali facilmente avvistabili è impressionante: vediamo branchi di antilopi di diverse specie, gazzelle,springbok, giraffe, zebre, struzzi, orici, kudu, impala, gnu, elefanti, rinoceronti, iene, sciacalli, facoceri, babbuini, struzzi e diversi tipi di uccelli; più difficoltoso è l’avvistamento di leopardi e ghepardi. Indimenticabile è la scena di un branco di leoni che sbranano una grossa antilope nei pressi di una pozza impedendo che zebre, giraffe ed antilopi, riunite a cerchio, si avvicinassero per abbeverarsi, fino all’entrata in scena di un elefante che mette in fuga i leoni permettendo agli altri animali di raggiungere la tanto agoniata pozza d’acqua.
I paesaggi variano dall’area argillosa biancastra del Pan ad aree cespugliose o alberate, ad aree sabbiose, ad aree rocciose e pietrose. Alle pozze è consigliato spegnere i motori per non disturbare gli animali e stare in silenzio.
Raggiungiamo il lodge di Namutoni che utilizziamo per camminare un po’, per bere qualcosa e per osservarne la pozza (sicuramente di livello inferiore rispetto ad Halali). Ritorniamo alla base entro le 17.30, ceniamo al discreto ristorante del lodge, visitiamo la pozza dove sostano due rinoceronti, indi esausti andiamo a dormire.
26 giugno 2015: Spostamento a Outjo – Ugab Valley
Visita Etosha in direzione ovest verso il lodge Okaukuejo. All’alba, dopo la solita camminata al punto di osservazione della pozza di Halali dove vediamo alcuni leoni di passaggio, e dopo colazione, continuiamo la nostra esplorazione del parco in direzione ovest , con sempre ottimi risultati in termini di avvistamenti di animali, fino a raggiungere il lodge Okuakuejo dove ci fermiamo per bere qualcosa e per osservare la pozza del lodge dove sostano elefanti, orici, zebre e diverse antilopi.
Dopo qualche ora di sosta usciamo dal parco e proseguiamo verso la Ugab Valley (Etosha- Outjo Ugab Valley 150 km. 2 h). e precisamente verso il Sasa Safari Camp distante 2 km da Outjo. Da questa piccola cittadina ci sono delle indicazioni che fanno immettere su una stradina anonima sterrata che porta davanti ad un cancello socchiuso che indica l’inizio della proprietà del Sasa Safari Camp distante ancora qualche km dalla struttura ricettiva. La struttura è immersa in un contesto naturale incontaminato e di pace, caratterizzato da enormi rocce nere, cactus e una fitta boscaglia. E’ provvista di piscina, ristorante, bungalow e chalet rustici in pietra e di un servizio cucina tra i migliori di tutto il Paese.
La cena e la colazione, svolte all’aperto, in un atmosfera magica a lume di candela, sono state semplicemente stupende (eccezionali sono le specialità di pane e di dolce).
27 giugno 2015: Spostamento a Usakos – Erongo
Notte al “Ameib Ranch”. Dopo colazione procediamo su strada asfaltata nella splendida regione Erongo caratterizzata da montagne vulcaniche collassate (Outjo- Ameib Ranch, Usakos-Erongo – 277 km. circa 3/4 h).
La magnifica varietà di forme e colori che questo complesso di origine vulcanica dona, vale da solo un viaggio in Namibia. Facciamo delle soste per rifornimento ad Omaruru e ad Usakos prima di raggiungere la nostra meta: l’Ameib Ranch. Il tratto di strada tra Usakos e l’Ameib Ranch è una pista di terra delimitata da alberi secolari.
L’Ameib Ranch non è un semplice posto per dormire ma è l’attrazione da raggiungere. Infatti, oltre ad avere uno splendido giardino, camere pulite e riservate, un ottimo ristorante con eccellente cucina a buffet, dei proprietari gentili, l’Ameib Ranch è immerso in un contesto naturalistico mozzafiato con una pista di terra rossa sterrata percorribile in auto da cui si dipartono una serie di sentieri, da fare a piedi, che si perdono nella savana, si snodano tra arbusti e alberi in fiore di acacia, raggiungendo colline di roccia rossastra dove si aprono paesaggi mozzafiato.
Il bush giallastro, i fiori rossi, il verde dei cespugli e delle acacie, gli ammassi di roccia granitica rossastra, l’azzurro del cielo creano nell’insieme quell’ambiente profumato, colorato e selvaggio tipicamente africano che avevi solo immaginato nei sogni.
Imperdibili sono la Phillipp’s Cave, una grotta contenente incisioni rupestri ben conservate come il famoso elefante bianco, l’ Elephant Head Rock, un ammasso roccioso rassomigliante alla testa di un elefante e il Bull’s Party, con formazioni rocciose che ricordano un gruppo di bovini in cerchio. Le rocce, di origine vulcanica, arrotondate da milioni di anni di erosione, sono spesso posizionate in bilico quasi a sfidare la forza di gravità e costituiscono un paradiso per i fotografi (rock art) e per i geologi. Nella savana si possono osservare facilmente gruppi di giraffe ed antilopi
28 giugno 2015: Alba nella savana e spostamento verso Spitzkoppe, nel Damaraland
Notte in chalet allo “Spitzkoppe Campsites”. All’alba ci incamminiamo nella savana per avvistare i numerosi gruppi di giraffe che mangiano indisturbate tra gli alberi, poi ci incamminiamo lungo il sentiero, davvero fantastico, della Phillipp’s Cave con scorci paesaggistici spettacolari.
Successivamente, dopo una rigenerante ottima colazione, riprendiamo l’auto in direzione ovest, verso Spitzkoppe, nel Damaraland (Ameib Ranch, Usakos – Spitzkoppe – Damaraland – 90 km, 1 h 30 min).
Lungo la strada, sterrata nei tratti iniziale e finale, facciamo diverse soste lungo il ciglio della strada con venditori di mercanzia locale e di pietre preziose e semipreziose distribuendo volentieri qualche dollaro o qualche tanica d’acqua a qualche vecchietta malandata, accorgendoci delle condizioni di povertà spesso assoluta di alcune famiglie. La strada, all’approssimarsi del sito diventa sterrata e sabbiosa con diverse capanne di fango nei paraggi. Una volta arrivati ci sistemiamo nello chalet del camp-site, fornito di mura e tetto di paglia e di un piccolo bagno. La doccia è esterna, all’aperto e senza tetto. Mangiamo qualcosa al ristorante del camp-site prima di iniziare la nostra esplorazione.
Lo Spitzkoppe è un massiccio roccioso che si trova nel Damaraland, tra Usakos e Swakopmund. E’ costituito da diversi monoliti granitici rossastri privi di vegetazione, il più alto dei quali di 1784 m. di altezza, che sottoposti ad erosione hanno creato delle strutture incredibili che si tingono scenograficamente di rosso all’alba e al tramonto in un paesaggio che si trasforma durante il giorno in una tavolozza di colori per i contrasti con l’azzurro del cielo e il giallo della savana interrotto sporadicamente dal verde delle acacie e dei cespugli. Il paesaggio è incredibile, maestoso, suggestivo, un paradiso per i fotografi soprattutto nella zona dell’arco. Passeggiamo lungo i sentieri, esploriamo, fotografiamo, incontriamo lucertole colorate e tante procavie, saliamo su un altura per poter ammirare il tramonto, aspettiamo la sera, prima che si alzi la luna, per fissare per sempre nella memoria quello spettacolare sciame di stelle che fa brillare i cieli di questa parte del Mondo. Torniamo allo chalet, facciamo una doccia sotto le stelle e mangiamo all’aperto al ristorante del Camp-Site a base di carne e vino in compagnia di alcuni simpatici sudafricani di mezz’età.
29 giugno 2015: Spostamento verso Swakopmund
Dopo una nuova camminata all’alba e dopo colazione ci rimettiamo in auto in direzione Swakopmund su strada asfaltata, in ambiente desertico (Spitzkoppe-Swakopmund 150 km. 2 h). Attraversiamo la miniera dell’uranio di Rossing che sconsiglio fortemente di visitare per gli elevati livelli di radioattività, e di metalli pesanti e uranio ritrovati nei campioni delle terre vicine da agenzie indipendenti.
Swakopmund si presenta di prima mattina fredda, umida, avvolta dalla nebbia creata dallo scontro delle calde correnti dell’interno con le fredde brezze oceaniche. Appare come un’insolita cittadina nordeuropea affacciata sull’oceano circondata dal deserto. Quando però la nebbia si dissolve, la cittadina, fondata nel 1892, appare sorprendente: colorata, ordinata, pulita, con un’architettura coloniale tedesca ben conservata e con un’atmosfera rilassata. Può essere utilizzata come base per escursioni vicine o semplicemente per passeggiare sul lungomare, concedersi un po’ di shopping, mangiare in qualche ristorante affacciato sul mare, fare rifornimento alle stazioni di servizio e nei supermercati. Dopo esserci sistemati in camera all’hotel Dunedine Star Guesthouse, usciamo per l’esplorazione della cittadina. Visitiamo alcuni splendidi edifici coloniali come Woermannhaus, Hohenzollernhaus, la Chiesa Evangelica Luterana, lo Snake Park, un interessante rettilario con serpenti, camaleonti e altri rettili africani e namibiani, lo Swakopmund Jetty, un pontile di legno sospeso sull’acqua dell’oceano.
Al termine dello Swakopmund Jetty, si trova il Jetty 1905, un ottimo ed elegante ristorante con ampie vetrate, con favolosa vista sul mare, che utilizzeremo più volte per mangiare e bere
30 giugno 2015: Escursione a Walvis Bay
- Swakopmund- Walvis Bay (43 km. < 1 h) A/R.
- Notte all’hotel “Dunedine Star Guesthouse” Swakopmund.
Ci alziamo di buon mattina e la reception si attiva subito per farci riparare una gomma bucata, avendo trovato l’auto a terra nel parcheggio della struttura. Risolto l’inconveniente , dopo colazione procediamo per Walvis Bay. Lungo la strada, ci fermiamo al Dorob National Park, esteso lungo la costa atlantica della Namibia, caratterizzato da splendide dune che contrastano con l’oceano. Visitiamo solo una piccola sezione del parco tra Swakopmund e Walvis Bay e facciamo escursione di una delle dune più alte e rinomate dall’area dalla cui cima si può godere di un magnifico panorama e di un senso di infinito. Dopo circa un paio d’ore di sosta, riprendiamo l’auto e procediamo per la laguna e le saline di Walvis Bay. La strada asfaltata corre tra le dune di sabbia a sinistra e le onde selvagge del mare dell’oceano a destra in un paesaggio inimmaginabile.
Arrivati a Walvis Bay, superiamo la zona residenziale e raggiungiamo un’area naturale caratterizzata da splendide lagune e canali abitate da fenicotteri rosa, pellicani,cormorani, gabbiani. La strada si restringe e per un tratto le lagune superano la barriera della rotabile con la sensazione di viaggiare per qualche centinaio di metri come sospesi sulle acque con i trampolieri da entrambe i lati, tra mare e dune del Namib. Quando l’asfalto termina, si viaggia su una strada battuta compatta di sale, fino ai cancelli degli stabilimenti di sale. A questo punto si può deviare a sinistra per Sandwich Harbour o a destra per Pellican Point. Procediamo per Pellican Point e dopo qualche centinaio di metri la strada diviene stretta, con un fondo misto di sale e sabbia, a tratti sprofonda sotto il livello dell’acqua, con una tenuta tuttavia accettabile se si procede lentamente.
Ci addentriamo in un nuovo e diverso paesaggio namibiano dominato da estese saline schiumanti per il vento, dai colori che variano dal verde, all’azzurro cupo, al rosa, al magenta, al rosso a seconda della concentrazione del sale. Si guida, timorosi, per circa mezz’ora fino alla sabbia della spiaggia dove si può finalmente parcheggiare. Un arenile di almeno cento metri ci separa dall’oceano dove tra le onde selvagge del mare ammiriamo diverse otarie giocare mentre nel cielo, sferzato dal vento, assistiamo, attoniti, alla migrazione verso nord di una colonna continua e costante di migliaia e migliaia di uccelli. Il luogo è inaspettato e stupefacente. Walvis Bay è famosa anche per Sandwich Harbour, visitabile con escursioni guidate 4×4, con i suoi paesaggi incontaminati caratterizzati da gigantesche dune costiere che si gettano a picco nel mare. Visitiamo solo la prima duna dell’area raggiungibile 300 metri a sinistra dei cancelli degli stabilimenti. Per Sandwich Harbour bisogna procedere verso sud per altri 22 km. con una guida. Torniamo a Swakopmund, dove ceniamo all’ottimo Old Steamer Restaurant prima di concludere la giornata.
1 luglio 2015: Il viaggio verso Solitaire… con tensione da foratura
- Swakopmund-Solitaire (260 km. circa 3/4 h).
- Notte al “Solitaire Desert Farm”.
Dopo colazione lasciamo Swakopmund in direzione Solitaire. Lungo la strada, sterrata e pietrosa, facciamo una deviazione per raggiungere il View Point del Moonlandscape, un insieme di gole, canyon e rilievi che creano un paesaggio impressionante, lunare, difficile da descrivere con parole o anche con foto.
Altra sosta è alla Piana delle Welwitschie situata 30 minuti più a nord del Moonlandscape, dove in ambiente di un’aridità estrema sorgono esemplari di Welwitschia Mirabilis, caratteristiche piante protette dal Paese, alcune delle quali esistenti da oltre 10.00 anni, elette attualmente al rango di monumento nazionale. Si può procedere fino al Welwitschia View Point dove in un piazzale polveroso sorge una tettoia di legno con tavoli e panche da pic-nic.
Ritorniamo sulla C28, circondati dall’immensa savana. Attraverso una pista minore, seguiamo un cartello per l’oasi di Ganab e Hotsas, caratterizzata da una pianura di savana infinita costellata di acacie dove si incrociano orici e struzzi in paesaggi di infinita bellezza. Ci immettiamo sulla C14. All’altezza del Kuiseb Pass e del Gaub Pass le ampie e piane distese di savana lasciano improvvisamente il posto ad una zona arida, pietrosa, dalle alte rocce metamorfiche e colate laviche che accompagnano in un labirinto di guglie e canyon, un’alternarsi di tornanti e curve pericolose che dal passo scendono repentinamente nelle viscere delle sue gole per poi altrettanto repentinamente risalire. Non mancano lungo la strada numerosi splendidi punti panoramici di osservazione.
A circa 120 km da Solitaire buchiamo la ruota “buona”, ossia quella senza riparazioni, e siamo costretti a cambiarla (con l’aiuto di un signore sudafricano venuto in soccorso vedendo l’auto in panne), con la ruota riparata a Swakopmund. Saranno interminabili chilometri di tensione, fatti molto lentamente, su una strada sterrata pietrosa, tra le peggiori percorse. Ma non ci sono altre sorprese, attraversiamo, al tramonto, il Tropico del Capricorno, segnalato dal ciclopico cartello fotografato da tutti, attraversiamo, di sera, la piccola Solitaire, prima degli ultimi sei chilometri di strada sabbiosa che ci conducono al Solitaire Desert Farm.
E’ ormai buio, in forte ritardo abbiamo appena il tempo di sistemare le valigie nel nostro chalet, per poter raggiungere velocemente la sala ristorante dove il buffet e gli ospiti sono già pronti per la cena. Il Solitaire Desert Farm è uno splendido lodge immerso nella savana, con sale e camere in stile etnico con tetti di paglia, un bellissimo giardino di piante grasse con pavoni, e due piscine. Il ristorante, addobbato da lucine colorate, offre pasti ottimi a buffet con cena a base di carne alla brace di springbok e kudu. Attorno alla fattoria c’è buio assoluto e silenzio con sporadici versi di uccelli notturni. Stremati, dopo cena, ci rilassiamo sulle comode sedie all’esterno della camera, contempliamo le stelle, prima di andare a dormire.
02 luglio 2015: Spostamento a Sossusvlei con visita a Deadvlei: il “paradiso per i fotografi”
- Solitaire-Sossusvlei (140 km. 2 h)
- Notte al “Solitaire Lodge”
L’alba al Solitaire Desert Farm è stupenda, un tripudio di suoni e profumi della natura e un graduale prendere colore della savana, accompagna il sorgere del sole, mentre decine di galline faraone invadono le aree esterne della fattoria.
Ci Incamminiamo per una passeggiata rigenerante lungo un sentiero nella savana. Dopo colazione, ritorniamo a Solitaire per la riparazione della ruota, per poi procedere per Sossusvlei lungo la C19. I paesaggi che separano Solitaire a Sossusvlei sono come al solito bellissimi, con distese infinite di savana alternate ad aree desertiche dove si possono scorgere orici galoppare. Gli ultimi 60 km prima dell’entrata del Parco, asfaltati, sono tra i più spettacolari del Paese, durante i quali il paesaggio cambia radicalmente ed improvvisamente. Le montagne rossastre lasciano il posto a meravigliose dune dai colori che variano dal rosso all’albicocca, all’ocra, all’oro a seconda della posizione del sole. Splendide e scalabili sono la duna 40 e soprattutto la duna 45 ai corrispettivi chilometri. La duna 45 è una duna di sabbia rosso-arancione, non molto alta, a forma di “S”, morfologia che dà luogo ad un gioco di ombre e luci assolutamente unico. Un folto boschetto di acacie secolari segna il termine della strada asfaltata: siamo al parcheggio dei “4×4”, oltre il quale inizia l’ultimo tratto di strada, sterrata di sabbia, percorribile o con navette a pagamento messe a disposizione dal parco o con la propria auto 4×4, stando attenti, sulla sabbia infida e soffice, ad innestare la marcia giusta, a sgonfiare eventualmente le ruote a 1.6 bar, a zigzagare leggermente e continuamente con lo sterzo mentre si guida.Nel caso di insabbiamento, tuttavia, ci sono auto del parco deputate al controllo di questa frequente evenienza e preposte al soccorso. Dopo circa 5 km si giunge a Sossusvlei, si parcheggia l’auto e si inizia l’escursione a piedi delle dune di sabbia.
Sossusvlei è una delle più belle mete al mondo per i fotografi (vi consiglio di guardare tutte le foto in galleria) ed il coronamento di un sogno per qualsiasi viaggiatore E’ un luogo dalla struggente bellezza, remoto, antico, onirico. Fa parte del Parco Nazionale di Namib-Naukluft, area naturale protetta del deserto del Namib, famosa per i colori rosso-albicocca della sabbia delle dune. In circa 2 ore si può scalare la duna Big Daddy, la più alta duna dell’area (390 metri), che si trova all’estremità del percorso che conduce da Sossusvlei a Deadvlei. Da qui o anche direttamente si raggiunge l’area del Deadvlei (lago morto), una depressione di argilla bianca da cui si stagliano tronchi pietrificati neri di acacie millenarie contrastanti con l’azzurro immacolato del cielo e il rosso-arancione delle dune, in un silenzio assordante interrotto solo dal verso sporadico di alcuni corvi. Deadvlei è un posto surreale, fuori da questo Mondo, che colma i vuoti della propria esistenza. Il luogo è incredibile in qualsiasi ora della giornata si visiti e personalmente eviterei di arrivare di corsa all’alba perchè difficilmente si riesce ad arrivare nella zona in quei 30 minuti utili per vedere i giochi di luce-ombra delle dune a meno che non si alloggi all’interno del parco.
Concludiamo la giornata con la visita con ingresso libero del Sesriem Canyon che si trova all’interno del parco, a 5 minuti dall’ingresso. Si tratta di un interessante canyon roccioso scavato dal fiume Tsauchab nel corso dei millenni, lungo circa 1 km. e profondo circa 30 metri. Dal parcheggio si scende sul fondo della gola attraverso uno stretto sentiero orlato da acacie, ulivi e graminacee. Dopo pochi minuti si raggiunge il fondo sabbioso del canyon il cui percorso è molto piacevole e poco impegnativo specie di pomeriggio. Finita la visita di Sesriem (<1 ora) torniamo a Solitaire.
Solitaire è un piccolo insediamento di poche anime, completamente isolato, che si trova nella Regione di Khomas, all’incrocio tra le due principali strade (C14 e C24) che attraversano il Namib Naukluft National Park e che collegano Sossusvlei a Walvis Bay. A Solitaire, in un’atmosfera sognante avvolta da sabbia, polvere, cactus e rottami d’auto d’epoca, è possibile trovare un ottimo lodge, una stazione di servizio, un’officina, un negozio e una pasticceria famosa per le torte di mele (Moose Mc Gregor). Ceniamo e dormiamo al Solitaire Lodge un’accogliente struttura integrata perfettamente nell’ambiente desertico circostante, con un fantastico spazio interno con prato, piante grasse, piscina su cui si affacciano ampie camere, ristorante in legno con cena ottima, abbondante ed economica a buffet o alla carta
03 luglio 2015: Spostamento a Windhoek (vicino aeroporto di ritorno)
- Solitaire-Windhoek (250 km. circa 3/4 h).
- Notte all’ Airport Lodge distante 20 km. dall’aereoporto.
Dopo colazione, facciamo una piacevole escursione guidata nella savana che ci consente di avvistare a distanza alcuni ghepardi. Al ritorno, sistemiamo I bagagli, carichiamo e procediamo verso est in direzione Windhoek. Circondati da una distesa di savana che si perde all’orizzonte dove è possibile avvistare dromedari, orici, kudu, gazzelle saltanti, struzzi, iene, sciacalli, leopardi, nidi di passeracei condominali (da vedere da vicino facendo attenzione ai serpenti), raggiungiamo il passo di Spreethotsge, il più spettacolare dei passi che conducono al Namib, caratterizzato da una pista con vari tornanti resa pericolosa dall’elevata pendenza. Al passo, però, la vista è mozzafiato, una vera e propria terrazza che si spalanca sul Namib. Dopo le foto di rito, procediamo per Nauchas e attraverso la C24 raggiungiamo Reoboth dove ci fermiamo per mangiare qualcosa e dove facciamo l’ultimo pieno. Raggiungiamo e superiamo Windhoek per arrivare al nostro hotel distante 20 km dall’aeroporto: l’Airport Lodge. L’Airport Lodge è immerso nella natura e offre bungalow in stile africano con splendidi panorami sulla vallata, un buon ristorante per la cena e la colazione, un servizio shuttle da e per l’aeroporto, a prezzi ottimi. Può essere utilizzato per organizzare safari nello splendido scenario di Ondekaremba.
04 e 05 luglio 2015: Visita a Windhoek e ritorno in Italia
Di prima mattina, dedichiamo qualche ora alla visita di Windhoek a 16 km dal lodge. La città, fondata nel 1890, è caotica e piena di barriere fisiche e mentali tra bianchi, o meglio i ricchi, e i neri, o meglio i poveri, che si possono vedere ovunque. Alcuni angoli piacevoli della città sono il Post Street Mall, il cuore pulsante della città, e il crocevia tra via Fidel Castro e Indipendence Avenue, che sono il luoghi tra l’isola pedonale e il mercatino degli intagliatori, vicino allo Zoo Park, che ancora “sanno” di Africa. In Post Street Mall troviamo la torre dell’orologio e il monumento con i meteoriti. Alle spalle dei giardini dello Zoo Park sorge lo State House e il Palazzo della Corte di Giustizia. In cima a via Fidel Castro sorge la Chiesa di Cristo. Lungo la vicina Sam Nujoma Drive si vedono le muraglie del forte Alte Feste e poi i castelli di Scwherinsburg e di Heinitzburg. Su Avenue Mugabe si trova il Palazzo del Parlamento e nelle sue vicinanze il Teatro, il Museo e la Galleria d’Arte Nazionale.
Dopo qualche acquisto ritorniamo al lodge, recuperiamo le valigie e raggiungiamo l ‘aeroporto dove abbiamo il volo per le 14.30 con scalo a Francoforte e arrivo a Roma alle 06.20 del 05.07.
Ciao Silvio, complimenti per i racconti e le foto!
Io e il mio compagno stiamo pensando alla Namibia come meta per il nostro viaggio di nozze, a settembre. Pensavamo al self drive. Voi la consigliate? E’ una meta sicura? Il mio compagno andrebbe ovunque, io sono decisamente fifona!
Grazie,
Silvia
Silvia ti consiglio il self drive in quanto la Namibia è una meta sicurissima. State attenti solo a non esagerare con le distanze da percorrere ed a controllare il buono stato delle gomme.
Diario di viaggio estremamente preciso, ricco di informazioni e rischioso “al punto giusto”.
Vorrei ripetere completamente la tua avventura, stampando quello che hai scritto come promemoria. Grazie.
Grazie Antonietta per aver apprezzato i miei appunti sulla Namibia e spero davvero ti possano essere utili. Silvio
Un viaggio strepitoso pieno di aneddoti e natura
Da ripetere quanto prima
Dal tuo articolo si respira libertà, orizzonti infiniti e meraviglia in ogni angolo visitato. Se un giorno la visiterò, ripercorrerò lo stesso itinerario.